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Brindisi, sostanze cancerogene nei pozzi usati per innaffiare frutta e verdura Il commissario prefettizio Castelli ha vietato il loro utilizzo. Ma il problema era noto già nel 2007

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Gli agricoltori e gli allevatori vicini al polo industriale a sud di Brindisi da oggi non potranno utilizzare l’acqua dei pozzi per irrigare i campi e abbeverare il bestiame.

Glielo vieta un ordinanza del commissario prefettizio Cesare Castelli, sulla scorta di alcuni rilevanti dell’ARPA, che hanno riscontrato la presenza nell’acqua di sostanze anche cancerogene, molto pericolose per la salute umana. Tra queste si sono riscontrati arsenico, nichel, solfati e vari metalli pesanti: tutti elementi di chiara provenienza industriale.

Ma l’inquinamento dei pozzi di quest’area è nota da almeno una decina d’anni, cioè da quando il Ministero dell’Ambiente affidò il compito di elaborare un progetto per bonificare le acque li presenti.

Poi non se ne fece nulla. E fino a ieri l’acqua contaminata di quei pozzi ha continuato alimentare frutta e verdura,

 

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