La prospettiva di una nave rigassificatrice al largo di Taranto per alimentare la produzione di preridotto e una nuova tecnologia di produzione del siderurgico e Ilva divide il territorio. Dall’ambito politico a quello sociale. Oggi interviene una presa di posizione rilevante.
Di seguito un comunicato diffuso da Confindustria Taranto:
Anche Confindustria Taranto è favorevole all’insediamento della nave rigassificatrice nel Porto jonico, eventualità strettamente legata alla decarbonizzazione del centro siderurgico su cui è in corso un dibattito a livello generale fra chi è favorevole, in quanto certo degli elevati standard di sicurezza, e chi invece ritiene la presenza della nave impattante sul piano ambientale.
“Sulla questione abbiamo sentito i raccomandatari e gli agenti marittimi, da noi rappresentati in Confindustria, e le motivazioni del “si” sono state ampiamente illustrate – dichiara il Presidente Salvatore Toma – a conferma della validità e della sicurezza dell’insediamento della nave nel porto di Taranto. Avevamo l’esigenza di capire quali fossero i pro e i contro, come è giusto che sia, e non abbiamo riscontrato alcuna criticità rispetto a questa ipotesi. E’ invece indubbio che l’operatività della nave consentirebbe una ritrovata movimentazione dei traffici e di conseguenza benefici per il sistema tecnico-nautico e per l’indotto. Allo stesso tempo – prosegue il Presidente di Confindustria Taranto – abbiamo il dovere di incentivare gli investitori a puntare su Taranto creando un clima che esca dalla conflittualità anti industriale e favorisca il dialogo, ed è proprio quello che come Confindustria stiamo cercando di fare. Le logiche del “no” preconcetto, purtroppo, non consentono né confronto costruttivo né prospettive di crescita”.
Dello stesso parere Antonio Mantua, Presidente della Sezione Marittimi Portuali e Trasporti di Confindustria Taranto: “E’ indubbio che la nave porterebbe dei benefici economici importantissimi al porto e quindi alla città intera perché arriverebbero tante altre navi ad alimentare la nave madre – afferma Mantua – e ciò determinerebbe un indotto e tante altre opportunità lavorative per tutti. Finora abbiamo riscontrato, in questo senso, indicazioni a senso unico ossia verso il no assoluto, senza considerare le opportunità che invece riteniamo non possano andare perse: i professionisti del settore che operano in porto dicono “si” innanzi tutto perché non nutrono alcun dubbio sulla sicurezza, e poi per le ricadute sul piano dei posti di lavoro, sull’incremento dei traffici, sulle maggiori entrate per i servizi portuali e, di conseguenza, sull’attrazione di investimenti che si verrebbe a creare nel settore della logistica energetica.
Credo, in sostanza – conclude Mantua – che Taranto debba mettere da parte gli approcci più istintivi e irrazionali a favore di logiche più propositive e dialoganti. Il nostro auspicio è, pertanto, che ogni confronto sia costruttivo e lontano da pregiudiziali di ogni genere. Come Confindustria e con la guida del Presidente Toma faremo in modo, attraverso iniziative mirate, di favorire questo approccio, che riteniamo al momento l’unico plausibile”.