Di Francesco Santoro:
«Il bilancio 2019 del Policlinico di Bari si chiude con un recupero di 27 milioni di euro. Il piano strategico di efficientamento avviato dalla direzione generale ha consentito un significativo miglioramento rispetto al 2018 riducendo la perdita da 41 milioni dell’esercizio precedente a 14 milioni di oggi». Ad annunciarlo ufficialmente è la Direzione generale della struttura ospedaliera della città capoluogo. La performance è condizionata «dal cosiddetto “aumento produttivo”. La componente assistenziale 2019 – ospedaliera, specialistica e farmaceutica – con un valore di 281 milioni di euro, ha fatto registrate un incremento complessivo rispetto ai volumi 2018 di 10,5 milioni di euro- fanno sapere i responsabili del Policlinico-. In particolare nel 2019 sono cresciuti sia i ricoveri in regime ordinario, complessivamente 40.402, sia le attività in day service, pari a 37.480».
Il maggior incremento di produttività lo hanno fatto registrare le Unità operative di Neurochirurgia universitaria «(più 2,5 milioni di euro), Chirurgia epatobiliare e Centro trapianti (+2,1 milioni di euro), Chirurgia toracica universitaria (più 884mila euro). Con il segno più anche le attività di Neurologia universitaria, Urologia, Ortopedia, Chirurgia generale, Medicina interna ospedaliera, universitaria “Baccelli” e “Murri”».Il numero delle sale operatorie è aumentato «da 16 a 21 e questo ha determinato» l’incremento «delle ore di sala operatoria da 48mila del 2018 a 63mila del 2019 con un incremento pari al 30%». Ma ad aumentare «è stato anche il numero di ore di sala operatoria per la chirurgia robotica in particolare quella urologica». Quanto ai trapianti, sono «295 quelli effettuati nel 2018» e 348 nel 2019 «con una crescita del 18%. In particolare i trapianti di rene sono passati da 55 a 73 e quelli di cornea da 108 a 158». Aumentano anche le prestazioni “day service”.
Il maggior incremento di produttività lo hanno fatto registrare le Unità operative di Neurochirurgia universitaria «(più 2,5 milioni di euro), Chirurgia epatobiliare e Centro trapianti (+2,1 milioni di euro), Chirurgia toracica universitaria (più 884mila euro). Con il segno più anche le attività di Neurologia universitaria, Urologia, Ortopedia, Chirurgia generale, Medicina interna ospedaliera, universitaria “Baccelli” e “Murri”».Il numero delle sale operatorie è aumentato «da 16 a 21 e questo ha determinato» l’incremento «delle ore di sala operatoria da 48mila del 2018 a 63mila del 2019 con un incremento pari al 30%». Ma ad aumentare «è stato anche il numero di ore di sala operatoria per la chirurgia robotica in particolare quella urologica». Quanto ai trapianti, sono «295 quelli effettuati nel 2018» e 348 nel 2019 «con una crescita del 18%. In particolare i trapianti di rene sono passati da 55 a 73 e quelli di cornea da 108 a 158». Aumentano anche le prestazioni “day service”.
«Nel 2019 il Policlinico di Bari ha concentrato gli sforzi verso patologie complesse per offrire ai pazienti provenienti da tutta la Puglia una risposta sanitaria concreta e d’eccellenza in loco, necessaria per evitare che si debba andare fuori a curarsi. L’aumento dei volumi della produttività è riconducibile proprio al trattamento dell’alta complessità di cui il “Policlinico di Puglia” è l’unico hub a valenza regionale -dichiara il direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore–. Il risultato del 2019 arriva anche grazie all’impegno della Regione Puglia che si è concretizzato nel finanziamento di alcuni investimenti fatti dall’azienda, in primis il nuovo pronto soccorso, circa 3 milioni di euro che sono stati interamente riconosciuti e quindi hanno contribuito al risultato economico”.
Il piano strategico aziendale 2019-2021? Prevede «la riorganizzazione logistica dei reparti medici e chirurgici-fanno sapere dal Policlinico-; degli ambienti e della disponibilità delle sale operatorie; delle attività ambulatoriali; dei processi aziendali e delle risorse umane ai fini della razionalizzazione; la condivisione delle risorse strumentali finalizzata all’uso più efficiente e più efficace delle stesse; la razionalizzazione del consumo dei farmaci, in particolare antibiotici, e dei dispositivi medici; l’incremento dell’attività produttiva e il miglioramento dei parametri di produzione».