Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Taranto, Martino Rosati, per rogatoria interroga oggi (o meglio, da oggi) i tarantini in carcere. Ordine del giudice delle indagini preliminare del tribunale di Lecce, dopo il blitz antimafia “Alias” dell’altro ieri all’alba.
Per gli indagati, queste le accuse a vario titolo: associazione mafiosa, traffico di droga ed estorsione.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del tribunale di Lecce Alcide Maritati su richiesta del pm Alessio Coccioli. Operazione che ha portato in carcere, o ai domiciliari (e in tre sono ancora ricercati) presunti appartenenti al clan D’Oronzo-De Vitis, operante a Taranto e con ramificazioni a Verona (dove Nicola De Vitis era in semilibertà) e a Sassari, città dell’obbligo di dimora di Orlando D’Oronzo. Fra coloro che sono finiti in carcere anche l’ex consigliere comunale ed ex consigliere circoscrizionale Vincenzo Fabrizio Pomes, di Taranto (per lui le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni) e Michele De Vitis, marito di una consigliera provinciale tarantina.