Di Nino Sangerardi:
Il prof. avv. L.V. porta in Tribunale, sezione civile di Bari, la Regione Puglia. Chiede al Giudice di dichiarare il proprio diritto al pagamento lordo di 718.364,16 euro. Per quale ragione?
E’ il compenso professionale spettante per aver difeso e rappresentato la Regione nel contenzioso promosso, innanzi al Consiglio di Stato, dalla Congregazione A.D.P.
Quindi la richiesta di condannare l’Ente pugliese al versamento della cifra soprascritta o di quanto ritenuto di giustizia.
Invece l’Avvocatura regionale si oppone alla domanda dell’avvocato per due motivi:
“… a) le condizioni di incarico legale risultano implicitamente accettate con l’esecuzione del mandato difensivo sia per il primo che per il secondo grado; b) il valore di causa indicato nella delibera di affidamento è “indeterminabile di particolare importanza”, pertanto l’onorario ammonta a 28.510,00 euro più Iva e Cap; a contrario l’avv. L.V. determina il valore di causa in 189.909.946,00 euro in base alla relazione Ctp di controparte,in contrasto con la sentenza n.7691/2001 di Corte Cassazione che individua il valore di causa al momento iniziale della lite, senza tener conto di interessi e rivalutazione della somma capitale”.
Il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano, decide di costituirsi nel giudizio incaricando l’avv. Roberto Fusco del Foro di Brindisi con emolumento pari a 15.187,50 euro.
Chi sono il prof. avv. L. V. e la Congregazione A.D.P. ? Il documento che è stato possibile visionare non dipana le sigle.
Il presidente Emiliano nella relazione “Puglia, Genio e Regolatezza. Una regione del sud con la schiena dritta”, articolata durante la conferenza stampa del 30 dicembre 2015, sostiene “… con il nuovo modello organizzativo Maia adottato dalla Regione Puglia lo scorso 31 luglio si migliora l’accessibilità e la partecipazione del cittadino, nonché la trasparenza dell’azione pubblica”.
Già, la trasparenza.