Rientrata in Italia ieri la salma, è stata compiuta l’autopsia sul corpo di Giulio Regeni. Il 28enne friulano, ricercatore all’università di Cambridge, è stato ammazzato di botte. Funerali martedì.
Letale un colpo in testa, ci sono chiari segni di pestaggio e di abrasioni, sul cadavere ritrovato alla periferia del Cairo alcuni giorni dopo la scomparsa del giovane italiano.
Ammazzato di botte. Da chi e perché? Le autorità egiziane, finora molto poco credibili nell’attribuzione delle responsabilità, è opinione comune stianocoprendo la verità sull’accaduto. Due, per chi cerca la verità vera enon quella ufficiale, le ipotesi: o una retata da parte di una milizia e Regeni, che parlava arabo, preso per un non occidentale, pestato e poi ammazzat, con il corpo lasciato in periferia della capitale dell’Egitto, perché testimone scomodo. Altra ipotesi: contatti con sindacati autonomi, impegnato per l’affermazione dei diritti, scomodo al regime egiziano di al-Sisi. E per questo ucciso. Fra l’altro, un organo di stampa vicino al regime, aveva pubblicato una dettagliata notizia su Giulio Regeni, prima del ritrovamento del corpo, e con particolari che in Italia non erano conosciuti. L’Italia ha, con il suo governo, prima del diritto, il dovere di sapere. Alleati non significa scendiletto.