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Martina Franca: tributi, Idealista “due pesi e due misure” Tares: critiche all'amministrazione comunale. E Confcommercio prende ad esempio negativo il Comune martinese

IDEA LISTA LOGO 2013

La Confcommercio elogia il Comune di Ginosa che fa pagare la Tares poco più di cinque euro al metro quadrato ai ristoranti. Non come Martina Franca, dove i ristoranti devono pagare quasi quattro volte di più. Lo dice Confcommercio in un comunicato. Di seguito un comunicato diffuso dal movimento IdeaLista di Martina Franca:

Da quando la crisi grava pesantemente sui bilanci familiari e le attività di impresa, tutte le forze politiche, ma proprio tutte, hanno da subito rinvenuto quale soluzione il rilancio di quel tessuto produttivo che la stessa crisi ha messo a dura prova.

 

Peccato che le parole e le promesse siano sempre state disattese nei fatti. E l’Amministrazione Comunale di Martina Franca non è da meno.

 

Il peso del tributo TARES, infatti, grava principalmente sulle attività produttive, quelle piccole principalmente, che paradossalmente producono qualità di rifiuti altamente differenziabili.

Il principio comunitario del “più inquini, più paghi” alla base del tributo TARES è stato puntualmente disatteso. Nonostante le premesse e le promesse.

 

Perché ai fiorai e ai mercati ortofrutticoli devono essere applicate le tariffe più alte per metro quadro?

Eppure il rifiuto prodotto da queste attività è completamente e facilmente riciclabile, tant’è che molti Comuni hanno stabilito convenzioni con le stesse, applicando sgravi fiscali per chi ottemperasse ai principi della differenziata, proprio per non gravare eccessivamente su bilanci già in grave difficoltà e garantire ulteriori vantaggi ambientali, anche con misure extra ordinem.

 

Inoltre, se è vero che si vuole applicare il principio “chi più inquina, più paga”, perché per attività molto più grandi e che producono una quantità di rifiuti maggiore di qualsiasi altra attività, è stata applicata una tariffa tre volte più bassa?

Sembra che ad esser stato applicato sia stato il principio non propriamente democratico del “due pesi, due misure” cui questa Amministrazione ci ha ormai abituati.

 

Senza dimenticare che questa maggioranza di sinistra ha aggravato ulteriormente l’imposizione tributaria sulle imprese e le attività con la reintroduzione della TOSAP.

 

E se a ciò aggiungessimo anche che il tributo TARES è scaturito da un Piano Finanziario 2013 che la stessa maggioranza ha bollato come “falso”, poi ugualmente approvato, allora il quadro diventa tristemente drammatico.

 

Per IdeaLista, amministrare, e farlo oggi, significa principalmente espletare le proprie funzioni di Ente Locale senza gravare sulle tasche del cittadino ed, in particolare, sulle imprese e le piccole attività che garantiscono occupazione e funzione di economia.

 

Gravare ulteriormente ed indiscriminatamente significa soffocare il commercio, la ripresa, il futuro.

Gravare specificatamente su determinate categorie significa licenziare definitivamente quel poco di democrazia che rimane.

LONA


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1 Comment

  1. Il principio Tares, che è un principio nazionale e non locale, stabilisce che chi più inquina più paga. Tra i rifiuti differenziabili il rifiuto organico è quello che costa circa 80 euro la tonnellata per riciclarlo (il rifiuto indifferenziato in discarica ne costa 115/120 euro la tonnellata) mentre le altre tipologie di rifiuti differenziabili producono un guadagno (anche se minimo). Di qui…se non cambia il principio nazionale si può fare ben poco. Una banca paga una inezia in confronto a un ristoratore o a un rivenditore di frutta proprio perchè il rifiuto riciclabile “organico” costa parecchio rispetto alla carta.

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