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John Sheep: il gusto per la ricerca come forza motrice Del founder e creative director Vito Pastore

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Di seguito il comunicato:

Tanto esplicita, quanto intrinseca, la forza vitale che alimenta e pilota le creazioni John Sheep, trova innesco non lontano, nella personalità acuta ed espressiva del founder e creative director Vito Pastore. La stessa forza motrice che lo spinge, dopo anni di brillante carriera forense, ad uno slanciato cambio di rotta, verso una nuova carriera, votata alla creatività ed alla creazione – a dimostrazione che non è mai troppo tardi, per dar adito alle proprie intuizioni. Due profili dello stesso volto, che non si escludono, ma convivono in una fervente armonia, legati da un saldo filo conduttore: il gusto per la ricerca. Un capo in particolare troneggia, tra le sue creazioni, non solo per il gusto spiccato ed i dettagli di estrema finezza, ma per la sua storia.

IMG 20240505 WA0013Una storia intrisa di tradizione e territorio, che vede spuntare le sue prime gemme nell’autunno del 2008, grazie al ritrovamento, nell’archivio di un produttore tessile, di uno scampolo di felpa rasata in jersey di cotone, da un lato in tinta unita, dall’altro a righe. É proprio la particolarità di questo prezioso ritrovamento, a spingere il designer ad approfondire la propria ricerca, studiandone la scheda tecnica ed iniziando un lungo percorso di sperimentazione: test colore, prove di finissaggio, moulage. L’obbiettivo: massimo comfort, gradevolezza al tatto, praticità ed eleganza. Il risultato: l’inimitabile Flipped Jacket. Una giacca destrutturata, dal forte gusto sartoriale, che si caratterizza per un monopetto a tre bottoni, spacco centrale e tre tasche a toppa. Il nome, in italiano “rivoltata o sottosopra”, è indizio infallibile. Una giacca che vede fiorire rapidamente il suo successo, non solo per i raffinati tecnicismi, ma per una storia che inizia ben prima dell’autunno 2008 e che vede le sue radici nella tradizione meridionale. Era d’uso infatti, per le famiglie meno abbienti del novecento, incaricare i sarti del tempo alla costruzione di giacche con tessuto di seconda mano, ricavato da quelle in disuso degli stessi familiari. Il capo veniva scucito nella sua interezza e, per l’appunto, rivoltato. Era così possibile utilizzarne la parte interna, meno lisa e meglio conservata, per ottenere una giacca apparentemente nuova e riutilizzabile. Questa tecnica, ai primordi di quel che ad oggi definiamo “Upcycling”, è alla base del concept della Flipped Jacket firmata John Sheep. Una giacca distintiva e distinta, da un particolare dettaglio, il taschino a destra, esternamente a righe, internamente a tinta unita. Quel tratto che, nel novecento, ai tempi sul lato sinistro, permetteva di distinguere una giacca rivoltata: il taglio del taschino. Un successo eclatante, che porterà questo inimitabile pezzo di design a dominare gli stand dell’edizione Pitti 2009 e, nell’ultimo decennio, a tracciare la storia della sartoria maschile contemporanea, con segno indelebile.

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