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L’incoraggiamento da un pugliese negli Usa (dove si va verso il milione di contagi) Marcello Miali, di Martina Franca: "presto potremo riabbracciarci e brindare insieme"

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Ci scrive Marcello Miali da Pompton Plains (New Jersey):

Mi chiamo Marcello Miali, nato e cresciuto a Martina Franca, ma in giro da ormai 20 anni. Ora vivo negli USA, e lavoro principalmente tra New York e New Jersey, i due Stati USA più colpiti dalla pandemia. Qui sta accadendo esattamente ciò che è accaduto in Italia, ma con 15 giorni circa di ritardo. Vedo le stesse fasi “politiche”, che hanno portato all’espansione del corona virus: Negare (noi siamo al sicuro), Minimizzare (è solo un’influenza), Accettare (uscite il meno possibile), Agire 1 (chiusure dei ristoranti, distanze di sicurezza), Agire 2 (chiusura dei “non essential business”, ordine di stare a casa).

L’unica rilevante differenza è l’obbligo di quarantena: impensabile a New York City e irrealizzabile a livello federale, considerato che alcuni dei singoli Stati ignorano ancora il problema (ad esempio, il Governatore della Florida, ha incluso i luoghi di preghiera tra i business essenziali e le conseguenze si inizieranno a vedere presto). Anche legalmente, sarebbe difficile da attuare: sarebbe come imporre la quarantena in tutta l’Europa contemporaneamente. Come se ciò non bastasse, i messaggi a volte contraddittori del Presidente, non aiutano. Per tutte queste ragioni, i casi di COVID-19 stanno crescendo esponenzialmente.

Probabilmente si supererà il milione di contagiati già tra 7-8 giorni (ma ricordiamoci che gli USA sono 50 Stati con una popolazione di oltre 300 milioni di persone) e il conto finale sarà, purtroppo molto più alto.

L’altra rilevante differenza è la velocità di azione della politica in situazioni di emergenza. Il Governo federale, nel giro di pochi giorni ha varato un piano di 2.2 TRILLIONI di $. Una somma mai stanziata prima. Tutti gli attori coinvolti si stanno muovendo rapidamente per dare sollievo a quella che si prevede essere la più profonda crisi sociale ed economica dal dopoguerra. Mai prima d’ora vi erano state richieste per quasi 7 millioni di sussidi di disoccupazione:  per darvi un’idea, a Gennaio erano solo 200.000 e durante la crisi del 2008, il picco fu di circa 600.000 richieste. Un decimo di quelle attuali.

 

Mi tengo aggiornato su ciò che succede a Martina Franca e in Italia e purtroppo ultimamente leggo di tante, troppe persone in giro. Capisco che è molto dura stare in casa per 20 giorni, specie se si hanno bambini, ma vorrei solo dire a tutti i miei amici in patria che siete “fortunati” ad avere l’obbligo di quarantena, perché prima si blocca il contagio e prima si riparte.

In Italia infatti si vedono i primi segnali positivi. In USA ho la sensazione che i tempi saranno molto più lunghi proprio perché non si possono applicare misure forti come quelle prese in Italia.

 

Mia madre ha 80 anni, vive a Martina Franca da sola e vede i miei fratelli solo per qualche minuto, quando le portano la spesa. Non esce di casa 20 giorni. Se lo può fare lei, perché non possono farlo gli altri?

Se si ragiona con “vabbe’, per una volta, non succede niente”, ci ritroviamo tutti in strada. Se ci ritroviamo tutti in strada, tutti penseranno “visto che non sono l’unico?” e si ricomincia daccapo.

 

Vorrei prendere un volo e tornare a Martina Franca per riabbracciare la mia famiglia e tutti i miei amici.

Vorrei dire a tutti loro, di tenere duro: Per noi deve ancora iniziare ma per voi è quasi finita e presto potremo riabbracciarci e brindare insieme. Forza!

LONA


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