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Si potrebbe prendere esempio da loro (ma, chissà perché, non si fa) KilometroVerdeParma: 85mila alberi piantati in cinque anni

alberi parma

Altro che cemento e asfalto nuovi, di continuo. Va recuperato suolo. Servono alberi. A Parma un esempio. Ecco, si potrebbe prendere esempio. Ma non si fa. Chissà perché. O forse il motivo è meno misterioso di quanto non possa sembrare. Però la vera ricchezza collettiva è il benessere ambientale.

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Di seguito il comunicato:

Negli ultimi cinque anni, il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma ha piantato 85.500 alberi, trasformando circa 85 ettari di terreni precedentemente incolti o marginali in boschi e spazi verdi. Questa iniziativa ha avuto un ruolo fondamentale nella riduzione delle temperature nelle aree urbane, contribuendo a contrastare l’effetto delle isole di calore.

 

Le zone di calore urbano rappresentano una delle sfide più pressanti del nostro tempo: alcune aree metropolitane registrano aumenti di temperatura di 2-3°C rispetto alle zone periferiche. Questo fenomeno, alimentato dall’intensa urbanizzazione che sostituisce il verde naturale con asfalto e cemento, causa ogni anno la morte di 3-4 milioni di persone nel mondo, a causa di inquinamento atmosferico e ondate di calore estreme.

 

Una ricerca coordinata dal Cnr-Ibe, in collaborazione con Ispra, ha quantificato il fenomeno delle isole di calore in Italia. Secondo i risultati raccolti, l’intensità delle isole di calore è strettamente legata alla topografia delle città, oltre che alla presenza di superfici artificiali impermeabili. Molto importante risulta essere la presenza del verde urbano, in particolare degli alberi, che possono svolgere una funzione di mitigazione del fenomeno. I dati analizzati dimostrano che con un aumento del 5% della copertura arborea a livello comunale si può ridurre la temperatura media superficiale di oltre mezzo grado celsius.

 

I risultati di KilometroVerdeParma

In questo contesto, il progetto KilometroVerdeParma si distingue come esempio virtuoso a livello nazionale. In soli cinque anni, ha portato all’impianto di 85.500 piante su un’area di circa 85 ettari, con l’obiettivo di raggiungere 95.000 esemplari entro il 2025 e di arrivare a quota 100.000 entro il 2026. Tali interventi si traducono in 60 progetti realizzati, tra iniziative pubbliche e private, che spaziano dalla riqualificazione di rotatorie alla rigenerazione di intere aree urbane. Il Consorzio ha ottenuto il supporto di 8 progetti finanziati dalla Fondazione Cariparma (di cui 4 come capofila) e ha partecipato a 20 progetti cofinanziati dalla Regione Emilia-Romagna, dimostrando la forte capacità di replicabilità del modello.

 

L’esperienza di Medellín e la regola del 3-30-300

L’efficacia di questa strategia verde trova conferma anche dall’esperienza internazionale di Medellín, Colombia, dove, dal 2017, un percorso di inverdimento urbano ha consentito di ridurre di circa 2°C le temperature cittadine. Questo risultato si basa sulla “regola del 3-30-300” ideata dall’ecologo forestale e docente olandese Cecil Konijnendijk van den Bosch: vedere almeno tre alberi dalla propria abitazione, abitare in quartieri con almeno il 30% di copertura arborea e disporre di uno spazio verde accessibile entro 300 metri. Una strategia semplice, ma molto efficace, per rendere le città più vivibili e sostenibili.

 

Educazione e coinvolgimento della comunità

Il coinvolgimento della comunità e dei giovani rappresenta un obiettivo centrale di KilometroVerdeParma. In cinque anni, sono stati coinvolti complessivamente 14.220 studenti, distribuiti in 613 classi, che hanno partecipato a oltre 1.170 ore di attività formative e a 243 uscite didattiche. Il progetto WeTree, focalizzato sull’educazione ambientale, sviluppa un senso di responsabilità e consapevolezza, contribuendo a radicare valori di sostenibilità e cura del territorio nelle nuove generazioni. Supportato finanziariamente da soci come GEA PROCOMAC, TRANCERIE EMILIANE e MONTECCHI, e con la partecipazione di oltre 800 volontari dipendenti di aziende socie, il progetto mira a consolidare un impatto duraturo, valorizzando il territorio come bene comune e elemento di benessere collettivo.

 

Progetti simbolo: da Piazzale Borri alla Cava di Viarolo 

Tra le iniziative più emblematiche, segnaliamo il progetto di Piazzale Borri a Parma, dove verranno piantati 122 alberi e sarà realizzata la riqualificazione dell’area attraverso tecniche di desealing e la sostituzione dei giochi attuali con elementi naturali e verdi, per creare spazi di aggregazione più sostenibili e integrati nel contesto urbano. L’Arboreto di Viale du Tillot, invece, ospiterà circa 2.000 alberi e arbusti distribuiti su tre ettari, contribuendo alla valorizzazione delle specie autoctone e alla creazione di un patrimonio botanico di grande valore. La Cava di Viarolo rappresenta l’intervento più ampio di rinaturalizzazione, con 2.400 piante dedicate alla riqualificazione di habitat degradati e alla realizzazione di un ecosistema multifunzionale, capace di sostenere biodiversità e servizi ecosistemici.

 

La ricerca scientifica

La ricerca scientifica costituisce un pilastro essenziale di supporto alle attività sul campo, contribuendo a garantire interventi sempre più mirati, innovativi ed efficaci. In questo contesto, sono stati elaborati tre dossier in collaborazione con l’Orto Botanico e l’Università di Parma, e sono stati avviati quattro studi approfonditi sui servizi ecosistemici, i corridoi ecologici e la biodiversità del territorio parmense. Questi approfondimenti consentono di valutare e perfezionare le strategie di rinaturalizzazione e tutela ambientale, assicurando che ogni intervento sia guidato da dati aggiornati e da conoscenze scientifiche all’avanguardia.

 

I 95.000 alberi piantati in cinque anni rappresentano molto più di un semplice dato numerico: sono l’emblema di una strategia concreta e condivisa di adattamento alle sfide poste dai cambiamenti ambientali», afferma Loredana Casoria, segretario generale del Consorzio Forestale KilometroVerdeParma. «Ogni pianta svolge un ruolo essenziale nel ridurre le temperature urbane, migliorare la qualità dell’aria e rafforzare la resilienza delle comunità, rendendole più preparate e capaci di affrontare le emergenze climatiche come ondate di calore, inquinamento e rischi ambientali. Raggiungere l’obiettivo di 100.000 piante entro il 2026 non è solo una sfida numerica, ma un investimento strategico nella salute pubblica e nel futuro sostenibile del territorio parmense».

 


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