Stralcio di quanto pubblicato da leccesette.it:
Vittima un volto noto della lotta ai diritti nel mondo del lavoro e contro lo sfruttamento: Chrispinus Ouma Pamba, attivista 40enne di origini keniana, è morto in circostanze ancora da chiarire nella notte tra il 27 e il 28 luglio, mentre si trovava al Pronto soccorso del “Fazzi” di Lecce.
L’uomo è stato condotto nella serata di venerdì 27 luglio, attorno alle 19, in ospedale con problemi all’addome, salvo morire poche ore dopo attorno alla mezzanotte in circostanze, come detto, non ancora chiarite dall’ospedale e mentre si trovava in corsia sopra una barella.
A portare all’attenzione pubblica il caso è stato il giornalista Danilo Lupo. Sembrerebbe che l’uomo, secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe sentito male dopo aver bevuto birra, venendo soccorso da alcuni passanti che si sono accorti del suo malore, e prontamente trasferito a bordo dell’ambulanza del 118 al “Fazzi” dai sanitari, arrivati nel giro di pochi minuti.
Una volta entrato nel pronto soccorso, l’uomo, con tremori all’addome e difficoltà a deambulare, è stato classificato come codice giallo. Ed è qui che ci sarebbe un “buco” nella ricostruzione dell’accaduto: secondo la ricostruzione pubblicata a mezzo social dal giornalista Lupo, il 40enne avrebbe atteso a lungo sulla barella, con il peggioramento delle condizioni dell’uomo, che, dopo la mezzanotte sarebbe morto per complicanze non ben chiarite.
Dall’Asl fanno sapere, in attesa di una nota pronta a precisare ogni aspetto della vicenda, che l’uomo non sia stato abbandonato in corsia, ma sottoposto ad esami più approfonditi da cui si sarebbe evidenziato un problema ben più complesso che avrebbe causato un arresto cardiaco e il decesso.
L’uomo aveva lavorato sia nelle campagne salentine che nel settore degli impianti fotovoltaici, era noto soprattutto per il suo impegno civile e per aver preso parte alla rivolta di centinaia di operai che si erano ribellati al caporalato e allo sfruttamento, denunciando gli schiavisti.
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