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Amati a Pentassuglia: si indaghi sul caso discariche-malavita Il martinese è presidente della commissione Ambiente del consiglio regionale pugliese

sede giunta regione puglia

Le dichiarazioni del boss pentito della camorra, Carmine Schiavone, riguardanti il sistema delle discariche abusive gestite dalla criminalità organizzata in molte regioni del sud (Puglia compresa) hanno provocato anche il prevedibile e auspicato dibattito politico.

Schiavone, quando rese tali dichiarazioni nel 1997 dinanzi alla commissione parlamentare antimafia, si trovò di fronte anche una pattuglia di deputati pugliesi: da Vendola a Mantovano, Greco, Erroi, Curto, da sinistra a destra, un nutrito numero di pugliesi.

Adesso il consigliere regionale pugliese Fabiano Amati ritiene che quei parlamentari pugliesi del 1997 debbano essere ascoltati dalla Regione. Così scrive Amati a Donato Pentassuglia, presidente della commissione Ambiente del consiglio regionale pugliese. Amati ritiene che il consiglio debba dibattere, debba intervenire, debba insomma capire cosa sia accaduto in Puglia rispetto a quelle dichiarazioni del 1997, non più secretate.

Per Donato Pentassuglia un’occasione, fra l’altro, per tornare protagonista dell’iniziativa politica, dopo la bufera dei giorni scorsi con l’avviso di conclusione delle indagini per il caso-Ilva (avviso di conclusione delle indagini che, sia chiaro, non è neanche detto che si tramuti in rinvio a giudizio, potrebbe anche portare all’archiviazione), Ma soprattutto, il dovere di esercitare nel migliore dei modi quel suo ruolo di presidente della commissione Ambiente del consiglio regionale della Puglia e dare il contributo, che può essere decisivo, perché si capisca se davvero, fra il Salento, il sud barese e il foggiano, anche il sottosuolo pugliese ospiti i veleni buttati dalla malavita organizzata: rifiuti pericolosissimi, rifiuti radioattivi, fanghi tossici, scarti di lavorazioni e altre sostanze estremamente pericolose da smaltire. La criminalità organizzata, fosse camorra o sacra corona unita o altro a seconda dei territori, si occupava di scaricare sin dagli anni Ottanta, dietro cospicui compensi, le sostanze provenienti prettamente dal nord o, chissà, dall’estero, secondo le dichiarazioni del boss pentito.

L’attuale assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, si dice non allarmato. Però sostiene che in caso di necessità, la Regione Puglia si rapporterà con l’Arpa, agenzia regionale di prevenzione ambientale, per far partire i controlli.




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