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La situazione in peggioramento anche in Puglia fotografata da Gimbe Report settimanale

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Di Francesco Santoro:

Situazione in peggioramento anche in Puglia. A sottolinearlo è il monitoraggio settimanale (21-27 ottobre) sull’evoluzione della pandemia da Covid-19 effettuato dalla Fondazione Gimbe. Nella terra degli ulivi il numero degli attualmente positivi per 100mila abitanti sale a 216 con una percentuale di incremento del 29,8 (sette giorni fa era del 21,8); mentre si registrano 655 casi testati per 100mila abitanti con un rapporto tra positività riscontrate e casi testati del 13,6 per cento. La percentuale di ricoveri con sintomi per 100mila abitanti, invece, è del 15,8 e scende all’1,5 per cento in relazione agli ospedalizzati in terapia intensiva per 100mila abitanti.                                    I dati parlano chiaro: in Puglia, rispetto alla settimana precedente, cinque indicatori (su sei) utilizzati per misurare l’andamento dell’emergenza fanno registrare una performance peggiore: i casi attualmente positivi per 100mila abitanti; la percentuale di incremento dei casi, il rapporto tra positivi e casi testati, le ospedalizzazioni con sintomi e i ricoveri in terapia intensiva. In tutto il Paese «i dati dell’ultima settimana –commenta il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta– documentano il crollo definitivo dell’argine territoriale del testing & tracing, confermano un incremento di oltre il 60% dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva e fanno registrare un raddoppio dei decessi. In alcune aree non è più procrastinabile il lockdown totale per arginare il contagio diffuso e ridurre la pressione sugli ospedali». Ma «al di là dei numeri assoluti preoccupano i trend esponenziali con cui aumentano i pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva, con un tempo di raddoppiamento di circa 10 giorni da 3 settimane consecutive». Le restrizioni introdotte saranno sufficienti per arrestare la tumultuosa crescita dei contagi? «Il loro effetto sulla flessione della curva dei contagi sarà minimo, sia perché le misure non sono state “tarate” su modelli predittivi a 2 settimane, sia perché le blande misure dei primi due DPCM sono già state neutralizzate dalla crescita esponenziale della curva epidemica».                                                                                Cartabellotta, infine, lancia l’allarme sull’Indice di contagiosità, il famoso Rt, che in Puglia è oltre la soglia di guardia (1.65). «Oggi sottostima ampiamente la velocità di diffusione del virus- spiega Cartabellotta- perché, oltre ad essere calcolato solo sui casi sintomatici (circa 1/3 del totale dei contagiati), si basa su dati relativi a due settimane prima e pubblicati dopo circa 10 giorni. In altri termini, le decisioni vengono prese sulla base di un Rt che riflette contagi di circa un mese fa».

 

 

 

 




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