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Strage alla stazione di Bologna, 37 anni fa. Fra le 85 vittime, anche pugliesi La mattina del 2 agosto 1980 l'attentato terroristico più grave del secondo dopoguerra in Italia. Condannati neofascisti esecutori, P2 e agenti segreti per depistaggi. Mandanti, formalmente, ancora ignoti

bari strage bologna 1

Sonia Burri, Francesco Cesare Diomede Fresa, Vito Diomede Fresa, Errica Frigerio, Patrizia Messineo, Giuseppe Patruno, Silvana Serravalli. Erano nella stazione di Bologna, il 2 agosto 1980. Baresi (foto home page: la lapide all’esterno del Comune di Bari), come gli altri italiani e stranieri, anziani e bambini, donne e uomini, vittime della strage fascista che, con l’esplosione, fece 85 morti e oltre duecento feriti.

Per quella strage, nel 1995 furono condannati Valerio Fioravanti e Francesca Mambro quali componenti del gruppo di terroristi responsabili della strage, nel 2007 sentenza di condanna per Luigi Ciavardini. Vennero anche condannati, per depistaggi vari, Licio Gelli, Francesco Pazienza, Pietro Musumesi, Giuseppe Belmonte, ovvero il capo della criminale loggia P2 e agenti segreti. La strage alla stazione di Bologna fu considerata la più grave azione terroristica del secondo dopoguerra: crollò l’ala ovest dell’edificio, a causa dell’attentato dinamitardo. I mandanti, ancora, formalmente, sconosciuti. La procura di Bologna, al riguardo, ha pure chiesto l’archiviazione dell’indagine. Invece c’è una pista veneta, emersa recentemente, riguardo ad eventuali appoggi logistici a Fioravanti, Mambro e Ciavardini: così si terrà in autunno l’udienza preliminare nei confronti di Gilberto Cavallini, altro terrorista dei Nar, ritenuto responsabile di avere fornito alloggi a Treviso ai tre che compirono l’attentato dinamitardo. Udienza preliminare, dopo trentasette anni. E soprattutto, ipotesi di archiviazione per la ricerca dei mandanti.




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