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Casa Divina Povvidenza: finisce il monitoraggio del commissariamento Bisceglie, è durato due anni

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Di seguito il comunicato:

“Il 1° ottobre 2019 termina il periodo biennale durante il quale il Commissario Straordinario ha svolto il monitoraggio (previsto dalla normativa) sull’attività di Universo Salute – Opera Don Uva Srl, acquirente dei complessi aziendali della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza in Amministrazione Straordinaria (ai sensi della c.d. Legge Marzano) e sul rispetto degli obblighi contrattuali assunti.
Ebbene, l’importante lavoro di risanamento svolto nel corso della gestione commissariale dei complessi aziendali della Casa Divina Provvidenza* -che ha creato le premesse per la cessione dei medesimi- sancita con la messa nel possesso di Universo Salute – Opera Don Uva in data 1° ottobre 2017, a distanza di 2 anni trova definitiva conferma; l’operazione di salvataggio può pertanto dirsi pienamente riuscita.
Due anni fa, avevamo restituito alla Comunità pugliese e lucana un asset importante della sanità con un bilancio finalmente in pareggio; questo dopo aver recuperato nel 2017, in termini di marginalità, il disastroso risultato operativo che avevamo ereditato dalle precedenti gestioni insolventi, pari ad un rosso di 23 milioni di euro.
Nel periodo di amministrazione straordinaria tutte le competenze stipendiali e le forniture dell’Ente sono state puntualmente corrisposte grazie alle razionalizzazioni operate (senza ricadute su personale e qualità dei servizi erogati).
L’azione di risanamento nel periodo 2014-2017 è stata infatti svolta salvaguardando il know how professionale dei circa 1500 lavoratori impiegati nei tre siti di Bisceglie, Foggia, e Potenza e mantenendo i livelli occupazionali che sono stati interamente garantiti (unico caso nel panorama nazionale) con l’operazione di cessione finalizzata dal Commissario Straordinario, senza peraltro fare ricorso ad ammortizzatori sociali.
Nel biennio post-cessione, Universo Salute – Opera Don Uva, conformemente agli obblighi contrattuali assunti, ha assicurato la continuità aziendale e mantenuto i livelli occupazionali, garantendo ai lavoratori l’impiego nelle proprie strutture, per il periodo 2017-2019.
Non solo! Dai dati monitorati è emerso che, inter alia, la stessa acquirente dei complessi aziendali, ha continuato nell’attività iniziata dell’amministrazione straordinaria e nel solco di quest’ultima ha mantenuto ed implementato i principi di sana gestione introdotti, come dimostra (1) l’acquisizione della certificazione di qualità ISO 9001:2015, conseguita a maggio del corrente anno, (2) la conversione di numerosi posti letto (giusti provvedimenti regionali), (3) l’avvio della riclassificazione dei pazienti ortofrenici, al fine di valutare un diverso setting assistenziale, in relazione alla gravità delle patologie in atto (e dunque, definire la tipologia di trattamento se considerarlo riabilitativo di tipo sanitario ovvero socio sanitario, nel rispetto dei Regolamenti Regionali vigenti) ed (4) pieno utilizzo del tetto di spesa assegnatole.
L’azione positiva sotto il profilo economico è anch’essa proseguita sotto la gestione di Universo Salute – Opera Don Uva che, beneficiando delle condizioni nuove dei contratti di appalto e delle risoluzioni/rinegoziazioni contrattuali effettuate dall’amministrazione straordinaria, ha raggiunto di risultati positivi già nel 2017 che si sono consolidati nel 2018 raggiungendo, in tale anno, un margine operativo lordo positivo per circa € 3.000.000 ed un risultato ante imposte, positivo per circa € 1.900.000. E’ la prima volta dopo diversi decenni che l’azienda chiude il proprio bilancio realizzando utili.
Anche i dati del primo semestre 2019 confermano la tendenza al consolidamento dei risultati positivi che, peraltro, risultano ulteriormente rafforzati per effetto delle predette azioni poste in essere da Universo Salute – Opera Don Uva: il risultato di esercizio 2019 potrebbe chiudersi con utili anche raddoppiati rispetto al 2018.
Il biennio di monitoraggio post-cessione si conclude, quindi, con l’evidenza di un’azienda sana e solida dal punto di vista economico, che ha rispettato gli obblighi contrattuali assunti col Commissario Straordinario, che ha avviato programmi di crescita e che finalmente realizza utili d’impresa. La Casa della Divina Provvidenza viene restituita del tutto alla sfera privata, così come era prima dell’intervento dell’amministrazione straordinaria.
L’auspicio finale è che tutti accompagnino l’Opera Don Uva, supportandola ed aiutandola a restare all’interno di un percorso di benessere assistenziale, aziendale e di legittimità”.
Così l’avv. Bartolomeo Cozzoli, Commissario Straordinario della Casa della Divina Provvidenza.

*1381 giorni di gestione commissariale.
La situazione trovata all’insediamento del Commissario (ex DM 19 dicembre 2013):
– 642 milioni di Euro di debiti accumulati, a fronte di 82 milioni di fatturato annuo. Il debito accumulato era di 8 volte il fatturato: la più grande procedura di insolvenza in Italia (Parmalat) e la Grecia della crisi economica, avevano un rapporto debito/fatturato sotto il 2;
– 23 milioni di Euro di risultato operativo negativo, la perdita d’esercizio ben più alta.
– 0 Euro di versamenti di imposte e contributi, per effetto di una legge – quello della CDP è l’unico caso di applicabilità di tale norma nel panorama nazionale – che ha consentito per più di un decennio di sospendere il versamento di tributi e contributi a qualsiasi titolo dovuti, estendendo la normativa di vantaggio esistente per le popolazioni colpite da eventi eccezionali quali alluvioni e terremoti. Terremoto, questa volta amministrativo, che, complice una incapacità gestionale, ha inevitabilmente fatto scuotere le fondamenta delle strutture ospedaliere e che grazie all’intervento, in extremis, dell’Amministrazione Straordinaria, possiamo oggi dire, non ha prodotto danni irreversibili;
– 5 mesi di ritardi nei pagamenti, 500 dipendenti in mobilità, 1 richiesta di fallimento.
I risultati della gestione del Commissario Straordinario (2014-2017):
– 0 licenziamenti, fatti salvi quelli effettuati per motivi legati ai maltrattamenti dei pazienti;
– 1.500 posti di lavoro diretti salvati, pari all’intera forza lavoro, ai quali si sommano i dipendenti dell’indotto che lavorano alle dipendenze delle ditte appaltatrici, i cui contratti sono stati trasferiti al cessionario;
– 25.000 pazienti assistiti, oltre 2.300.000 giornate di assistenza prestate, oltre 100.000 metri quadri sanificati giornalmente;
– 10 punti percentuali di incremento nei tassi di occupazione dei posti letto;
– 0 mesi di ritardo nei pagamenti;
– 21 milioni di euro di miglioramento del risultato operativo, ottenuto senza alcun nuovo convenzionamento da parte delle Regioni Committenti; senza alcuna attivazione di posti letto, pur pronti, disponibili ed accreditati, in quanto rinvenienti dalla DCR 380/99 in tema di riconversione degli Ospedali Psichiatrici, e specificatamente finanziati ogni anno all’intero del Fondo Sanitario Regionale;
– 21 milioni di euro di miglioramento del risultato operativo, si ribadisce, nonostante un fisiologico calo di fatturato di 8 milioni (rispetto al 2013) per effetto del divieto operato dalla Regione Puglia, di ricoverare nuovi pazienti nell’Istituto Ortofrenico;
– più di 40 contratti d’appalto rinegoziati, che hanno permesso di ridurre i costi di oltre il 30%;
– più di 10 contratti d’appalto risolti grazie ai poteri speciali conferiti dalla Legge ai Commissari Straordinari;
– riduzione della durata di importanti contratti d’appalto, portata a 2/3 anni.
– 20 milioni di disponibilità di cassa accumulate e che saranno destinate, assieme a quanto si cercherà di recuperare dalle altre azioni avviate, alla massa passiva;
– 42 milioni di euro di versamenti di imposte e contributi, al più importante creditore della procedura: lo Stato Italiano, i cui cittadini, sono stati a loro insaputa, finanziatori di questo Ente dichiarato insolvente a gennaio del 2014;
-23 udienze di verifica dello stato passivo, circa 3000 creditori insinuati allo stato passivo;
-costituzione di parte civile nel processo per bancarotta.




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