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Rom e sinti: dal dramma di Bari ai casi di razzismo Presidente Eugema, riflessioni

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Scrive Corsina Depalo, presidente di Eugema onlus:

Solo qualche giorno fa a Bari si è consumato un dramma in un campo, che ospita persone di etnia Rom, zona Santa Candida a Poggiofranco. Una disgrazia come tante: un padre che ha investito e ucciso suo figlio di appena due anni mentre faceva retromarcia con la sua auto. Eugema Onlus, l’associazione di volontariato interculturale che si occupa di diritti umani, e di prevenire fenomeni di razzismo non ha fatto silenzio sulla questione. Qualche ora fa a San Giuliano Terme (Pisa), la vicepresidente del Consiglio comunale della Lega, una rappresentante delle istituzioni, ha gravemente affermato che “i bambini rom sono un pò come animaletti che alzano la gamba e fanno al pipì sotto un albero, strisciano per terra e si tirano roba da mangiare”. E’ accaduto proprio mentre ci si prepara con l’UNAR (Uffficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) per commemorare il 2 agosto Giornata europea del ricordo dell’olocausto Rom e Sinti, il Porrajmos o Samudaripen, in cui nell’agosto 1944, quasi 3000 rom soprattutto donne, bambini e anziani furono uccisi nel campo di sterminio dello Zigeunerlager (campo destinato a Rom e Sinti). E’ necessario conoscere il passato: nel campo di Birkenau per un certo periodo i bambini erano soggetti ad un trattamento che nonostante tutto poteva essere considerato migliore rispetto agli adulti: non venivano separati dai loro genitori, non lavoravano e le razioni di cibo talvolta erano abbondanti. Uomini donne e bambini erano identificati con numeri e lettera Z. Nell’estate del 1943, per ordine dell’ufficiale delle SS, il medico Joseph Mengele, venne inaugurato il cosiddetto Kindergarten, una specie di asilo nido e scuola materna, con un parco giochi attrezzato con giostre, altalene… tuttavia i bambini di questo settore venivano selezionati dal dottor Mengele (soprannominato “l’angelo della morte”) come cavie per i suoi esperimenti. I “privilegi” di cui godevano i bambini zingari finirono ben presto. Le pessime condizioni di vita furono la causa di gravi epidemie di tifo, scabbia e altre malattie infettive alla base di un rapido incremento del tasso di mortalità. Coloro che finivano nelle grinfie del dottor Mendele venivano invece finiti con delle iniezioni di fenolo al cuore e tutti i loro dati inseriti in una autopsia che concludeva il percorso degli esperimenti. Nel maggio 1944 venne decisa la graduale liquidazione del settore degli Zingari fino a quando, il 2 agosto dello stesso anno, i restanti bambini, donne e uomini vennero sterminati nelle camere a gas di Birkenau. Ancora oggi, nel 2020 la disumanizzazione fa eco sulle propagande politiche: siamo costretti ad ascoltare parole gravissime di disprezzo verso bambini delle comunità romanes.

E’ ora di finirla con i pregiudizi e le discriminazioni. Il nostro dovere di adulti è quello di insegnare alle nuove generazioni ad abbattere muri, barriere, ad eliminare i fili spinati e non incitare all’odio razziale.


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