Certo, parlare di lavoro giornalistico e di tutele dei diritti, dopo avere ascoltato di quello della Rai da 19mila euro al mese che non va manco a lavorare (se non la domenica qualche ora) è un po’strano. Fin quando non si risolveranno situazioni del genere non si andrà da nessuna parte. Comunque, oggi e domani a Bari si parla di lavoro giornalistico.
I 46 delegati daranno vita al congresso dell’Assostampa della Puglia. Un settore, quello del lavoro giornalistico, in estrema difficoltà, visto che tra fallimenti, tagli, necessità di riorganizzarsi c’è un’autentica falcidie di posti di lavoro nelle redazioni. Dei giornali e delle televisioni. In Puglia come nel resto d’Italia. Si fanno i conti con un settore che dal punto di vista tecnologico ha fatto passi in avanti enormi e dal punto di vista legislativo è fermo a mezzo secolo fa e oltre. Il caposaldo rimane l’articolo 21 della Costituzione ma sul piano contrattuale, i giornalisti sono divisi fra quelli di serie A e quelli di B, C, D. Pugliese era Pierpaolo Faggiano, il giornalista che si suicidò a giugno di quattro anni fa, a Ceglie Messapica, perché di fatto sfruttato nel suo lavoro (a lui è intitolata la legge sull’equo compenso) e questa è una situazione, fra prese in giro e ritardi nei pagamenti (o malpagamenti) comune a una miriade di persone. Mentre altre, tutelate dal contratto, stanno, come si suol dire, più comode. O comodissime. Tanto da far parlare, non infrequentemente, di casta.
Una disparità inaccettabile, rispetto alla quale un sindacato deve esercitare il suo ruolo decisivo. Nei confronti degli editori che prendono in giro le persone promettendo e non pagando a fronte di ciò che è un vero lavoro svolto, nei confronti anche di giornalisti scorretti nei confronti dei colleghi e dei lettori, perché screditano tutti. Su questo il sindacato, in Puglia, ha ancora da farci vedere appieno le sue qualità. A questo è chiamato il congresso dell’Assostampa che peraltro c’è da sperare non si riduca, in Puglia, ad una corsa alla successione di Raffaele Lorusso, nel frattempo diventato segretario nazionale della federazione della stampa. Un confronto di idee per tirare fuori quella migliore sì, la corsa alla poltrona e il personalismo, per favore, no. Quando, da giornalisti, facciamo la cronaca sindacale riguardante gli altri settori lavorativi, e viene pubblicata, chiediamoci cosa dovrebbero scrivere di noi gli altri, se ne avessero la possibilità. Sai che ridere.