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Martina Franca, morte di Marianna Brigida: richieste di condanna, la più alta a 23 anni e mezzo di reclusione Il pubblico ministero Remo Epifani, nel processo in corso a Taranto, ha parlato per sei ore. Condanna richiesta più lieve, 9 mesi a carico di una ragazza per reato minore. Il 21 luglio camera di consiglio

marianna brigida

marianna brigidaIl pubblico ministero Remo Epifani ha formulato, nel processo di primo grado a Taranto, le richieste di condanna nei confronti degli imputati. I quali sono complessivamente otto, due di essi non rispondono di reati connessi alla morte di Marianna Brigida ma per reati minori. La pena più lieve fra quelle volute dall’accusa, al riguardo, è per Fabiana De Vito: 9 mesi di reclusione. Poi, per reati connessi a un incendio, chiesti due anni e otto mesi di reclusione per Luigi Luprano.

Poi, le richieste di condanne nei confronti dei sei imputati per ipotesi di reato connesse alla morte di Marianna Brigida, 91enne trovata cadavere la mattina dell’8 maggio, due anni fa nel centro storico di Martina Franca. La pena più grave che la pubblica accusa vuole vedere sentenziata è nei confronti di Domenico D’Aversa: 23 anni e mezzo di reclusione, per il caso-Brigida e altri reati, come la rapina a un anziano. Condanna a 21 anni, chiesta per Giuseppe Montanaro, anche in questo caso non solo per la morte di Marianna Brigida. Condanna a 18 anni e mezzo, chiesta nei confronti di Andrea Luprano (caso-Brigida e altri reati, anche nei suoi riguardi). Nei confrondi di Pierpaolo Calella (arrestato dopo un periodo di latitanza all’estero), Francesco Scarcia e Mattia Cardone, richiesta di 16 anni: i tre rispondono del solo caso-Brigida, che secondo l’accusa fu la morte della donna, la notte fra il 7 e l’8 maggio 2013, in conseguenza di un tentativo di rubare in casa sua. Questo caso, insieme ad altri, ha fatto parte del procedimento complessivo in corte d’assise a Taranto. Siamo alle battute finali del primo grado: dopo la requisitoria odierna del pubblico ministero, sarà la volta dei difensori: martedì prossimo, 30 giugno, si inizierà con Gaetano Cimaglia, legale di Mattia Cardone (per il quale ottenne anche la scarcerazione a causa di un difetto di procedura nell’arresto). Saranno tre, le difese che esporranno il 30 giugno; le altre il 7 luglio. Fissata la camera di consiglio per il 21 luglio, per la sentenza di primo grado sul caso-Brigida e non solo su quello.

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