Oggi è la festa della mamma e dunque tutti abbiamo da festeggiare. Facciamo gli auguri: alle mamme migranti, che scappano dai loro Paesi, mettendo a rischio le loro vite, per dare ai figli un futuro migliore. A quelle che magari hanno trascorso la notte scorsa, e quelle precedenti, e la prossima e chissà quante successive, a prostituirsi in strada, sfruttate, schiavizzate, per riuscire a mandare dei soldi nei loro Paesi e far campare i loro bambini (e sarebbe ora di fare qualcosa per aiutarle a uscire dalla schiavitù). A quelle che lottano per mantenere il loro lavoro, o che l’hanno perso, perché il sistema sociale le ha cacciate dal novero occupazionale. A quelle che lottano per stare meglio in salute. A quelle che danno battaglia per migliori condizioni di vita, in generale. A quelle che lo sono per il primo anno. A quelle che hanno scelto di dare una mamma a bimbi abbandonati. A quelle che non riescono a diventarlo, mamme. Lo sono comunque, moralmente, e speriamo che il loro desiderio sia realtà al più presto. A tutte quelle che non siamo riusciti a ricordare specificamente in questo articolo. Alle nostre mamme. Tutte. Perché non saremmo tutti genitori ma siamo inevitabilmente, a qualunque età, tutti figli.