Di Agostino Convertino:
Il patrimonio boschivo italiano ammonta a oltre 11 milioni di ettari con una copertura del 37% del territorio nazionale. Una voce fondamentale per le biodiversità e la qualità della vita in epoca di profonde variazioni climatiche. Ma anche complemento ideale di uno straordinario patrimonio artistico che contribuisce a definire l’Italia come uno dei paesi più belli del mondo.
La statistica italiana presenta un conto salatissimo per i motivi che scatenano incendi boschivi che risultano certamente dolosi in misura del 60 per cento, una percentuale impressionante: il profitto economico per la conversione del bosco in pascoli; la speculazione edilizia; vendette personali e ritorsioni; situazioni di disagio psicologico. Cui si aggiungono l’incuria dei fruitori delle aree boschive, non esclusi sprovveduti fumatori col classico mozzicone o improvvisati operatori di barbecue all’aperto. Infine una quota residuale di cause naturali (per esempio, la caduta di fulmini).
A difendere dal fuoco i 37 tipi di paesaggio presenti nel nostro Paese ci sono eroi dei tempi moderni – i Vigili del Fuoco – coadiuvati da volontari AIB (Antincendio Boschivo), una autentica ricchezza sociale e solidale. Ma a distinguersi, in tutta Italia e nelle torride estati dell’Italia meridionale, sono i vistosi colori (giallo e rosso) degli aerei Canadair CL 415 chiamati in causa quando l’estensione degli incendi è tale da risultare incontrollabile dalle forze a terra.
L’Italia possiede 19 esemplari di questo portentoso velivolo anfibio la cui gestione operativa, i piloti e la manutenzione sono affidati a servizi privati, in tutto 250 persone (di cui 200 piloti) dall’alta professionalità che coprono il territorio nazionale (ma anche aree estere vicine come nel poderoso incendio boschivo tra Gerusalemme e Tel Aviv nell’aprile di quest’anno, ndr). Le basi permanenti sono Fiumicino, Genova e Lamezia Terme, con presenza assidua a Napoli Capodichino più altre basi strategicamente sparse sul territorio.
Quando un Canadair si abbassa sul pelo dell’acqua delle affollate spiagge italiane per rifornirsi “al volo” di oltre 6.000 litri d’acqua lo spettacolo è affascinante ma foriero di cattive notizie per l’ecosistema italiano. In quei momenti si scatenano autentiche battaglie contro le fiamme che possono durare anche tutto il giorno e per numerosi giorni come avvenuto nel colossale incendio sul lato sud-est del Parco Nazionale del Vesuvio. Come a San Giovanni Rotondo, Marina di Pulsano (TA) e Parco Pianelle (lato Crispiano).
Ma questi eventi catastrofici d’agosto non sono nemmeno contabilizzati nel recentissimo rapporto di Legambiente “Italia in fumo” aggiornato fino a luglio ‘25: 31.000 ettari di territorio (l’equivalente di 43.000 campi di calcio) – di cui 3690 pugliesi – letteralmente andati in fumo. E su tutto aleggia la sensazione che nonostante gli sforzi in atto resti ancora molta strada da percorrere per battere un fenomeno che è un autentico cancro del nostro sistema eco-ambientale.