Di Martino Abbracciavento:
Al via le nuove regole, introdotte con la riforma avviata dall’ex ministra della Giustizia del governo Draghi, Marta Cartabia, che normano la separazione e il divorzio.
Lo scopo della riforma, è quello di rendere più veloci e semplici queste pratiche, riducendo così i tempi dei processi.
Cambia quindi la scansione delle fasi processuali e l’organizzazione dell’attività della difesa, che dovrà concentrarsi prima della prima udienza.
Con la nuova riforma, infatti, sarà possibile con un unico atto, fare richiesta di separazione e divorzio giudiziale; l’atto dovrà essere inoltre fin da subito completo di ogni domanda, eccezione, prova e richiesta riconvenzionale. Per ottenere il divorzio, la sentenza di separazione sullo status dovrà passare in giudicato.
Per sancire la separazione o il divorzio, l’udienza del giudice dovrà tenersi entro 90 giorni e sarà necessario che la non convivenza dei due soggetti sia ininterrotta; la competenza territoriale sarà in primis quella di residenza dei figli, altrimenti del ricorrente. Ove ci siano figli nella coppia, essi dovranno sempre essere ascoltati dalla corte e il loro parere o volere sarà dirimente per prendere una decisione.
Con il ricorso introduttivo la parte dovrà depositare un piano genitoriale, cioè un documento che contenga gli impegni quotidiani dei figli e le loro attività, strumento prima di tutto utile a capire la disponibilità di tempo dei genitori e di conseguenza quanta dedizione è in grado di offrire al proprio figlio.
Qualora il genitore non si attenga a quanto stabilito nel documento, il giudice potrà sanzionarlo.
Sarà inoltre necessario allegare la reale situazione patrimoniale ed economica degli ultimi tre anni, reddito da lavoro, beni posseduti come immobili, veicoli, quote sociali, estratti conto bancari e finanziari, e l’eventuale richiesta per il mantenimento e per l’affidamento dei figli; in caso ci siano omissioni, la legge stabilisce anche sanzioni e il risarcimento del danno.