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Radio: la Rai sospende le trasmissioni in AM, finisce un pezzo di storia d’Italia Oggi

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Di Agostino Convertino:

In un mare di (comprensibili) polemiche, da stamani il servizio pubblico radiofonico RAI dismette le trasmissioni in modalità AM. L’acronimo proviene dall’inglese amplitude modulation – modulazione d’ampiezza – e descrive un sistema di trasmissioni semplificato rispetto alla modulazione di frequenza, l’FM, ma con un livello audio qualitativamente peggiore. L’arma vincente dell’AM è da sempre la capacità di viaggiare nell’etere per lunghe distanze senza necessità di ponti ripetitori. Inoltre il segnale ha la capacità di bucare i corpi solidi superando quindi gli ostacoli presenti sul suo percorso come case o montagne. Ma la vera pacchia per l’AM si verifica di notte quando, calato il sole, le molecole della ionosfera si raffreddano consentendo al segnale radio di viaggiare lontanissimo. Anche da un continente all’altro. Ben oltre la natura tecnica di questo straordinario mezzo di comunicazione, esistono implicazioni di tipo culturale, politico e sociale che connotano la radio AM come il primo vero strumento globale di comunicazione. Giunto in Italia nell’ottobre del 1924, la radio costituì per gli italiani il primo elettrodomestico di aggregazione familiare capace di radunare, di fronte ad un apparecchio che emetteva solo suoni, tutti i componenti dello stesso nucleo familiare e pure di diverse generazioni: nonni, genitori, figli convolti in un processo di crescita culturale che, non è un azzardo affermarlo, ha contribuito all’unificazione del Paese. L’Italia, tra l’altro, è la nazione che ha dato i natali all’inventore di questa straordinaria protagonista a cavallo di due secoli, Guglielmo Marconi, che tra i tanti meriti ottenuti vanta anche quello di aver salvato centinaia di superstiti nell’affondamento del Titanic nel 1912. Non meno importante fu la funzione della radio nel periodo della seconda guerra mondiale quando salì alla ribalta la mitica Radio Londra della BBC che trasmetteva, in chiaro, messaggi alla resistenza partigiana in Italia cifrati in maniera originalissima: si passava da La gallina ha fatto l’uovo a La mucca non da latte transitando, disinvoltamente, per La mia barba è bionda. Un linguaggio che oggi strappa un sorriso ma che all’epoca svolgeva una funzione di straordinaria importanza e contribuiva ad esaltare il mito di questo magico strumento. Nel dopoguerra l’avvento del transistor soppiantò le valvole che imponevano pesi e dimensioni notevoli offrendo alla radio l’occasione di una seconda giovinezza: la miniaturizzazione dei circuiti consentiva, finalmente, la realizzazione di ricevitori piccoli e leggerissimi, alimentati a batterie, che stavano nel palmo di una mano. Una autentica rivoluzione nelle abitudini del popolo degli ascoltatori. In un’epoca caratterizzata da grandi flussi migratori, e l’Italia in tal senso ha svolto un ruolo preminente, la radio a onde corte diventava un ponte immaginario per tutti gli italiani all’estero che potevano conoscere gli avvenimenti principali della cronaca nazionale ovunque fossero. Inevitabilmente, mentre il mondo si organizzava in blocchi contrapposti, la radio diventò anche un formidabile strumento di propaganda politica: qualunque nazione poteva insinuarsi nelle case dei paesi in competizione con trasmissioni in lingua nazionale appositamente realizzate per ciascun popolo destinatario. Clamoroso fu il caso di Radio Tirana che trasmetteva in moltissime lingue, compresa quella italiana, e nel nostro paese di riceveva benissimo. Dalla fine della guerra all’inizio degli anni 80 il Paese delle Aquile inondò di milioni di ore di trasmissione politica l’etere italiano con sfumature che passavano dall’intesa strettissima col Soviet Supremo al fiancheggiamento dell’ideologia del leader cinese Mao-Tse-Tung per approdare all’isolamento assoluto da ogni tipo di blocco politico. Ma il massimo splendore dell’AM è stato raggiunto sicuramente negli Stati Uniti dove il sistema di trasmissione è così diffuso da vantare, ancora oggi, un numero impressionante di utenti. La spiegazione è di tipo geografico e orografico. Soprattutto nel sud degli USA esistono enormi estensioni che permettono a stazioni locali, anche piccole, di trasmettere con pochi watt e scarso consumo energetico a distanze enormi e senza ripetitori. Fino al punto di sperimentare la stereofonia nella gamma AM accompagnata da raffinati filtri di soppressione dei disturbi tipici del sistema. Non trascurabile, poi, è il ruolo religioso che la radio AM svolge nel mondo. L’esempio più eclatante proviene dalla Città del Vaticano che vanta un eccellente impianto capace di diffondere trasmissioni, famosissime in tutto il mondo, che delineano la posizione della Chiesa Cattolica sui temi più importanti per l’Umanità. Una storia affascinante, quella della radio AM, che avrebbe meritato maggior fortuna in Italia dopo quasi un secolo di onorato servizio. I sistemi di trasmissione FM sono sicuramente più godibili rispetto al vetusto mondo dell’AM, che col sistema RDS sopperisce alla scarsa distanza coperta dalle sue onde, mentre la diffusione DAB+ (digital audio broadcasting) consente di riprodurre il suono digitale, praticamente al livello di un compact disc. Lento ma costante si diffonde anche il sistema della web-radio che offre migliaia di stazioni da tutto il mondo pescate direttamente dal modem domestico. In realtà, a fronte ¬¬dei grandi progressi nella comunicazione radio, in tutto il mondo e specialmente in Europa non è mai calato l’interesse per le trasmissioni AM. Anzi negli ultimi tempi, caratterizzati da forti tensioni belliche, si tende a rilanciare un sistema senza fronzoli, efficace ed affidale come la modulazione d’ampiezza. L’Italia, in netta controtendenza, ha deciso di rinunciare a un pezzo della sua storia che forse ha ancora qualcosa da raccontare.


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