Consiglio comunale di Taranto. Ci sono i lavoratori del porto che, dopo il sit-in di domenica in occasione delle elezioni provinciali, oggi ne fanno uno in occasione della seduta consiliare del capoluogo. Vogliono richiamare l’attenzione sul gravissimo problema che li riguarda, ovvero la carenza, o la sparizione, del lavoro perché Evergreen ha deciso di escludere il porto di Taranto dalle rotte oceaniche. I ritardi nella realizzazione delle opere (ritardi legati anche a contenziosi amministrativi) sono molto condizionanti di questa storia che riguarda centinaia di persone.
Anche Angelo Bonelli, leader nazionale dei Verdi e consigliere comunale tarantino, ha indossato la maglia della protesta dei portuali.
E Gianfranco Chiarelli, che a margine della giornata elettorale domenica aveva incontrato i lavoratori in sit-in dinanzi al palazzo della Provincia, ha presentato l’interrogazione parlamentare promessa. Interrogazione urgente. Di seguito il testo:
Interrogazione urgente a risposta scritta al Ministro per le Infrastrutture
- In un contesto di generale crisi economica del Paese la provincia di Taranto presenta una particolare situazione di sofferenza dovuta a diverse vertenze, tra cui la nota vicenda che riguarda l’acciaieria Ilva, alla quale si sommano le ricadute negative sulla occupazione dovute alla chiusura di diverse altre attività imprenditoriali.
- Non vi sono al momento ipotesi alternative di sviluppo di un territorio che registra un altissimo tasso di disoccupazione.
- Gli ultimi governi, e ancor più l’attuale, hanno definito Taranto questione nazionale, attivando un tavolo per la gestione della crisi che, al momento, non ha prodotto però esiti apprezzabili.
- Il porto di Taranto rappresenta un potenziale volano per la economia del territorio, per la sua centralità nel Mediterraneo, che lo candida ad essere principale hub per i traffici commerciali provenienti dal sud e diretti verso il nord Europa.
- Da tempo sono attesi lavori di adeguamento strutturale ed ampliamento, in presenza di provvedimenti già licenziati che ne garantiscono la copertura finanziaria.
- Allo stato dei fatti il terminal container del porto di Taranto rischia di essere ridimensionato o addirittura cancellato. Dal 21 settembre, infatti, la compagnia internazionale di traffico container Evergreen, che ha già spostato nel recente passato alcune linee da Taranto, intende eliminare del tutto dalle proprie rotte oceaniche lo scalo ionico. In particolare, si apprende che verrebbe dirottata su altri porti la linea Uam, Us Coas Asia Mediterranean Service.
- Da fonti giornalistiche si apprende inoltre che Taranto container terminal, la società partecipata da Hutchinson ed Evergreen, ha comunicato all’Authority che a breve fermerà l’operatività dello stesso terminal a causa di una manutenzione da farsi alle gru (revamping).
- Sul disimpegno di Evergreen e sullo stop di Tct non ci sono ancora elementi certi.
- I lavori relativi all’adeguamento del terminal container per un valore complessivo di circa 200 milioni – quasi tutti fondi pubblici -, fa parte dell’accordo generale per lo sviluppo dei traffici containerizzati a Taranto e che tale accordo prevedeva la conclusione dei lavori a fine 2014. La scadenza è però saltata ed è stata ora spostata a fine 2015, anche a causa di un lungo contenzioso che riguarda l’appalto, da tempo oggetto di ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato.
- Nel contesto di una gravissima situazione economica, assume rilevanza di assoluta urgenza ed emergenza la vicenda che riguarda circa 500 operatori che, con la cassa integrazione in scadenza il prossimo maggio 2105, corrono il serio rischio di andare ad ingrossare le già affollate file di disoccupati.
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ü Se è a conoscenza della gravità della emergenza che riguarda il porto di Taranto.
ü Se intende intervenire al fine di comprendere le reali intenzioni delle imprese che operano nell’ambito del terminal container.
ü Se intende promuove un confronto con le istituzioni e le forze sociali locali.
ü Se ritiene di attivare un tavolo interministeriale, supportato dal contributo delle istituzioni locali, al fine di inserire la emergenza porto nell’ambito di un più complessivo piano che affronti la questione Taranto nel suo insieme, dando priorità assoluta alla salvaguardia di tutti i posti di lavoro.