“Noi, mamme e donne di Taranto, siamo in attesa ancora di scuse da parte di chi ha operato, nei vari livelli istituzionali, le scelte scellerate che hanno poi determinato il disastro ambientale che ha colpito tutta la popolazione di Taranto e dei Comuni limitrofi (parliamo di oltre 300.000 italiani). Le scuse non sono mai pervenute. I decreti Salva-Ilva, sì, in un numero imprecisato oramai”. Inizia così la lettera delle donne unite per Taranto, lettera aperta a Matteo Renzi che incontra oggi le rappresentanze dei lavoratori del siderurgico. Ma non c’è solo l’Ilva, viene considerata “scellerata” anche la scelta di Temparossa, ovvero la costruzione di nuovi silos a Taranto per stoccare il petrolio estratto nel territorio lucano di Temparossa appunto.
“Davvero pensate che siamo così stupide? Risuona tuttora nelle nostre orecchie le tristemente celebri affermazioni di certa imprenditoria, secondo la quale un morto in più, cosa può essere mai? Questo è quello che pensa troppa parte delle classi dirigenti di questa Nazione”.