Di Francesco Santoro:
Meno grave rispetto alle altre città capoluogo ma comunque critico il livello di Pm10 a Bari. È quanto emerge da “Clean cities”, la nuova campagna di Legambiente che ha messo «l’accento sui principali indicatori urbani relativi a ciclabilità, mobilità elettrica, sicurezza e inquinamento atmosferico e chiamando le amministrazioni locali al confronto». Le città sono state sottoposte a un vero e proprio stress test per valutare la capacità di centrare degli obiettivi entro il 2030 attraverso l’utilizzo dei fondi europei nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Bari, Ancona, Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Palermo, Pescara e Roma mostrano un livello di PM10 che oscilla tra i 23 e i 28 microgrammi/m3. Una condizione che ha ricadute anche sul piano economico», scrive Legambiente.
Quanto agli indici di traffico e sicurezza, invece, Bari non figura nell’elenco delle città più inquinate e meno sicure in cui, al contrario, compiano Roma, Ancona, Cagliari, Catania, Padova, Perugia e Pescara. Mentre le uniche realtà «appena sufficienti per l’adozione di politiche atte a potenziare ciclabilità, strade 30 e 20 all’ora, elettrificazione di mezzi pubblici e sharing mobility– osserva Legambiente- sono Bologna, Milano e Firenze». Le città definite “più ciclabili” sono «Torino (79% dei km realizzati), Milano (63%), Padova (58%) e Firenze (51%), seguite da Cagliari (44%) e Bologna (39%). Restano indietro tutte le altre: Pescara (30% dei km realizzati), Roma (28%), Palermo (20%), Bari (20%), Perugia (18%), Genova (16%), Napoli (16%), Ancona (7%), Catania (2%)».
La campagna è stata portata a termine «malgrado il lockdown, per pensare e prepararci a un post pandemia che non deve assomigliare alla “normalità” di prima, fatta di traffico, incidenti e inquinamento- commenta il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini-. Le risorse del Pnrr possono rappresentare un’occasione unica nel suo genere, una grande opportunità che può rendere le città protagoniste di un cambiamento epocale, e che devono sbloccare le politiche in grado di puntare su una nuova realtà, e non a muovere cemento per le grandi opere».