Di Francesco Santoro:
I medici dell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari hanno salvato la vita a un dodicenne positivo al Coronavirus colpito da emorragia cerebrale. «Ha rischiato la vita per un salto in un parco pubblico. L’urto violento e la corsa al pronto soccorso- fa sapere la direzione generale del Policlinico barese-. Al trauma da caduta con emorragia all’interno del cranio, un ematoma subdurale, si è sommata la positività al covid19, riscontrata attraverso il tampone molecolare effettuato in ospedale, ormai una prassi prima del ricovero».
Il paziente è stato sottoposto a «ventilazione meccanica» e a «monitoraggio neurologico con protezione cerebrale in quanto, dopo la valutazione neurochirurgica, non è stata indicata la strada dell’intervento», afferma il direttore dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale pediatrico, Leonardo Milella. Poi è subentrata una polmonite bilaterale. «L’utilizzo dell’eparina a dosaggi elevati – commenta Milella- era molto rischioso per la presenza di emorragia subdurale. Abbiamo praticato questo trattamento in modo estremamente cautelativo, con una ventilazione meccanica dedicata e un monitoraggio giornaliero di Tac e risonanza magnetica. In cinque giorni c’è stato un miglioramento sostanziale dello stato di sofferenza cerebrale e neurologica e il paziente è stato estubato e sottoposto per altri cinque giorni a ventilazione non invasiva continuata e modulata fino al miglioramento del quadro clinico generale. È stato un grande lavoro di squadra coordinato da professionalità mediche diverse – conclude Milella – ma voglio ringraziare in particolare gli infermieri che nelle ore più drammatiche hanno assistito alla corretta ventilazione del bambino anche di notte».
Il dodicenne è rimasto per più di due settimane in terapia intensiva e successivamente è stato trasferito nel reparto Malattie infettive. «Dopo che nei primi mesi i bambini malati di Covid erano stati davvero casi eccezionali, in questa seconda ondata, abbiamo regolarmente tra 5 e 10 bambini o ragazzi ricoverati, con manifestazioni diverse di malattia e gravità variabile», afferma la dottoressa Desirée Caselli, direttrice del reparto. «Complessivamente abbiamo trattato oltre 50 pazienti – prosegue Caselli – alcuni trovati positivi al tampone molecolare al momento del ricovero per motivi non legati al Covid. Positività che potremmo definire ‘inattese’».