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Taranto: la città vecchia e il “piccone demolitore” Il risanamento anni Trenta dell'Isola, fortunatamente incompiuto

LIsola Città Vecchia di Taranto

Di Augusto Ressa*:

Dei quattro pittaggi (quartieri) in cui era suddivisa la Città Vecchia di Taranto, quello di Turripenne fu raso al suolo dal “Piccone demolitore” negli anni’30 per avviare un risanamento dell’Isola, fortunatamente rimasto incompiuto. E’ pur vero che cio’ che non fece il Duce, in parte è stato purtroppo attuato dall’abbandono e dalla conseguente mancata manutenzione, che ha determinato, e determina, il collasso di molti edifici dell’Isola. Tale ultima circostanza pone non pochi interrogativi nel progettare oggi la rigenerazione, che molto più propriamente chiamerei ricomposizione, di interi comparti edilizi del nucleo più antico della città. E’ questo uno dei temi centrali, ad esempio, del comparto destinato al Social Housing posto sul salto di quota fra la via Duomo e la via di Mezzo che vede impegnata l’attuale amministrazione comunale, sulla scorta di un’ importante dotazione finanziaria. A tal riguardo la progettazione in corso, con forti implicazioni di natura urbanistica e di restauro, costituirà uno straordinario banco di prova sul quale misurare le capacità tecniche coniugate alle esigenze di tutela di un antico tessuto edilizio stratificato del quale, pur nella innovazione, non dovrà perdersi la memoria.
Memoria della quale, tornando al pittaggio Turripenne, non è invece rimasta alcuna traccia. L’intero pittaggio, divenuto un banale schieramento di anonimi blocchi edilizi di case popolari, ha prodotto due effetti contrapposti. Da un lato, va dato atto, ha garantito la presenza di un nucleo di abitanti che ha limitato il livello di abbandono progressivo dell’Isola, dall’altro ha però determinato una indiscutibile, brutale discontinuità del tessuto urbanistico, architettonico e storico della Città Vecchia. I programmi di rigenerazione della città, e del suo nucleo più antico, non possono non fare i conti con questa ingombrante presenza, specie in vista dei cantieri di riqualificazione del Lungomare Garibaldi sul quale affaccia con singolare evidenza il complesso in questione. Sarebbe allora opportuno un confronto fra Comune e agenzia ARCA Jonica, cui è affidato il complesso abitativo, per promuovere azioni di riqualificazione di quel comparto perché lo stesso possa essere armonizzato con i programmi complessivi di valorizzazione e riqualificazione dell’Isola. L’impatto percettivo di questo brano urbanistico ed edilizio sulla visione d’insieme del sito, necessita oggi di una lettura critica che ne minimizzi gli effetti negativi, liberando ad esempio le quinte murarie poste a cavallo dei blocchi edilizi, che negano le prospettive verso il mare dalla via di Mezzo, e che, opportunamente ridimensionate, potrebbero definire coni ottici di particolare suggestione nelle due direzioni (da e verso il mare); qualificando gli spazi liberi intermedi, le corti, ora utilizzate come parcheggi, introducendo segni di bellezza affidate, perché no, anche ad installazioni di opere contemporanee, ed alla presenza di verde e di arredo di elevata qualità; ridisegnando, senza stravolgerli, i prospetti dei singoli blocchi, migliorandone l’aspetto attraverso l’inserimento di verde verticale; immaginando l’uso dei panoramicissimi terrazzi di copertura per attività non necessariamente residenziali, ma legate all’offerta turistica della città. Insomma, quel blocco edilizio non puo’ essere tenuto fuori dalla nuova visione della città Vecchia, e a mio parere costituirebbe tema di straordinario interesse per un concorso di progettazione, al pari di quelli banditi per le piazze Castello e Fontana. Sono certo che i tempi siano maturi perché una ferita così profonda inferta alla Città, possa essere in parte rimarginata, e opportunamente cicatrizzata.

*architetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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