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Taranto: sindacato medici, ipotesi di termoscan acquistati dall’Asl non funzionanti Anaao-Assomed: "continuano le criticità segnalate"

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Di seguito il comunicato:

Non sempre gli occhi aperti vedono e non sempre gli occhi chiusi dormono. Un vecchio proverbio americano che ben si adatta a quella che sembra essere una confusa regia della lotta al Covid-19 nel territorio Jonico, dove molti agiscono per autoreferenzialità e non si sa mai chi sia il vero regista.
Chiari e scuri nella battaglia contro il Covid. Pochi chiari e molti punti oscuri. Passato il messaggio dei Sindacati sull’opportunità di designare il “Moscati” come ospedale COVID inizia quella che, a prima vista, sembrerebbe un’azione confusa e caotica che potrebbe portare a conseguenze non auspicabili. Trasferimento dei reparti non interessati direttamente alla lotta contro il COVID. Con una decisione a sorpresa, che lascia molte perplessità, l’oncologia e l’ematologia vengono trasferiti presso due Case di Cura. Sulle motivazioni abbiamo molti dubbi che, prima o poi, andranno chiariti considerato che, nell’attuale situazione, non sembrerebbero essere gli spazi quelli mancanti al “SS. Annunziata”. Chiarita, con una decisione completamente condivisibile, la posizione dell’ASL nei confronti dell’autonominato reparto COVID presso la Medicina del principale nosocomio Jonico, non è cambiato niente. Ieri sembra che fossero appoggiati otto pazienti in Chirurgia Vascolare e ricoverati tredici sospetti COVID in Medicina, tra l’altro in ambedue le sezioni. Quindi i sospetti COVID continuano ad arrivare in questo reparto nelle more di quello che dovrebbe essere la prossima, ma non si conoscono date certe, istituzione della Medicina Covid al Moscati. Tutto questo nell’apparente assenza di protocolli scritti di gestione, per esempio, dei defunti. Ieri pomeriggio sembra che sia dovuto salire un necroforo per spiegare che non potevano accettare una salma se non fosse arrivata prima la bara. I medici legali, giustamente, trattano tutti i defunti per complicanze respiratorie come sospetti e impongono l’immediata zincatura della cassa. L’eventuale assenza di tamponi post-mortem, in questi casi, potrebbe comportare un sottodimensionamento nel conteggio dei decessi.
Altrettanto misteriosa sembrerebbe la decisione di non effettuare tamponi ai pazienti da trasferire da un nosocomio all’altro. Non sembra ci siano direttive scritte ma solo divieti verbali. Forse qualcuno ignora che uno dei maggiori motivi di diffusione della pandemia è il contagio dovuto a pazienti infetti asintomatici.
Il futuro svuotamento del Reparto di Medicina che, secondo noi, sarebbe già dovuto avvenire da molto tempo, al fine di poter gestire presso il Moscati tutti i casi COVID sospetti, con tutta probabilità avrebbe potuto, anche grazie all’accorpamento di posti letto delle chirurgie che operano solo le urgenze, liberare i posti letto necessari al trasferimento dell’oncologia e dell’ematologia presso il “SS. Annunziata”. Mentre l’otorino e l’oculistico sarebbe potuti essere trasferiti a Grottaglie. Forse si sarebbero evitati i problemi derivanti da un vero e proprio “trasloco” di pazienti e suppellettili con i relativi disagi nonostante l’ammirevole lavoro dei due Colleghi che hanno sopra visionato l’evento, e quelli che sembrano essere legittimi dubbi di alcuni ematologici che lamentano l’assenza di terapia intensiva e di supporto cardiologico e radiologico presso l’attuale sede senza parlare delle problematiche legate al trasporto sangue per l’ematologia, dato che consuma circa il 20% del totale, e alla necessità di trasferire anche un frigorifero apposito. Non scordiamo che il trasfusionale è allocato presso il Padiglione Vinci. Sembra che sia stato consigliato di contattare, in caso d’urgenza, il 118. Cosa che se fosse confermata sarebbe di una gravità unica. Rimaniamo in attesa di scoprire l’entità del conto da pagare considerato che non riteniamo possibile che le Case di Cura abbiano offerto gratuitamente i loro servigi.
Ringraziamo l’ASL di aver acquistato i termo-scan, come suggerito dai sindacati, ma vorremmo sapere se è vera la notizia che la maggior parte non funziona e che le Guardie Giurate si rifiutano di usarli perché non competenti. Forse si poteva passare da una Casa di Cura e vedere come funziona il controllo per i visitatori, personale compreso, in quella realtà e come vengono usati non solo i termo-scan ma anche compilati i questionari d’ingresso.
Altra grossa criticità che viene evidenziata, da quella che sembra essere una miracolosa incidenza minima degli infetti nella nostra provincia, sembra derivare dal fatto che non sembrano essere ancora in uso i codici relativi ai ricoveri per COVID, fatto che renderebbe difficile per la Regione effettuare delle stime corrette. Sembrerebbe risolto, invece, dopo quello che viene riferito, salvo smentite, un “richiamo” della Regione Puglia, l’inserimento dei dati nel sistema da parte delle Direzioni Mediche.
Per quanto riguarda il Moscati come ospedale COVID è possibile che nessuno sia al corrente del fatto che, pur in presenza di quello che sembra un ottimo percorso elaborato per il 118, le ambulanze sono costrette a portare i pazienti sospetti COVID al “SS. Annunziata” o in altri ospedali perché la legge le obbliga a dirigersi verso un Pronto Soccorso? Mentre quello del “Moscati” è ancora un Posto di Primo Intervento. Quanto ci vorrà per attuare quella trasformazione da PPI in PS chiesta, evidentemente non senza un motivo, dalle OO.SS. Tra l’altro alcuni medici del 118 hanno richiesto la tutela dei sindacati per le condizioni di lavoro, caratterizzate, per quanto dicono, da scarsità estrema di DPI. A questo punto vorremmo sapere quali siano le attuali scorte dell’ASL, le diverse tipologie e i criteri di distribuzione. Ci è giunta notizia, e fra poco partirà una richiesta di accesso agli atti per avere il documento ufficialmente, che sarebbe stato redatta una lista a cura di una Dirigenza Infermieristica, che riporta le categorie che avrebbero diritto ai DPI. Con stupore, se il documento visionato corrisponde all’originale, cosa che provvederemo a controllare, l’intero Presidio di Grottaglie sembrerebbe essere stato escluso, al contrario di tutti gli amministrativi.
Unica nota positiva: tutte le ambulanze, tra un trasporto e l’altro, vengono sanificate a cura dell’ASL e almeno sotto questo punto di vista sembra si possa stare tranquilli. Le OO.SS. hanno, inoltre, iniziato a ricevere le informative da parte dell’ASL come quelle sui respiratori in eccedenza, presi dalle Radiologie, per allestire ulteriori posti di terapia intensiva al Moscati e quelle sul lavoro da casa del personale che non necessità di recarsi fisicamente sul luogo di lavoro o sull’accesso alle strutture ospedaliere che “deve avvenire attraverso un solo varco”. Errare è umano ma perseverare è diabolico. Qualcuno si è chiesto quali sono gli svantaggi di un unico accesso e quali i vantaggi di percorsi differenziati che separano i sospetti e gli accertati dagli altri? Al “Sant’Orsola” di Bologna o al Policlinico di Bari, giusto per fare un esempio, l’accesso al Pronto Soccorso, da sempre, è separato dagli altri. Hanno sempre avuto torto o vi è una motivazione fondata per questa scelta? O è solo questione di non voler ammettere che anche altri possano avere ragione?
Ultima nota negativa. Siamo tutti consci che viviamo una situazione di eccezionalità ma, considerato che la maggior parte del personale amministrativo non è impegnato nell’assistenza al pubblico e lavora da casa, qualcuno potrebbe spiegarci come mai non è stato ancora adeguato, con un ritardo di tre mesi ad oggi, il nostro stipendio e attivate le clausole di garanzia? Eroi sì ma con le scarpe di cartone e senza i pochi soldi che ci sono stati riconosciuti dopo dieci anni di blocco contrattuale e stipendiale. Siamo e rimarremo i sanitari peggio pagati d’Europa e quando tutto questo sarà finito chi ricorderà il nome di quelli caduti nell’adempimento del loro dovere? Oltre ai monumenti al milite ignoto erigeremo quelli al sanitario ignoto?
Mentre finisco di scrivere arriva una notizia da Martina Franca, paziente dializzato con febbre in attesa di TAC e di tampone. Un altro COVID positivo? Mentre a Taranto sembra stiano giungendo le gravide di Castellaneta. Perchè non sembra essere stato ancora attivato il percorso per dializzati sospetti COVID mentre sembra sia stato convalidato dalla Regione Puglia quello proposto per le gravide dal Dott. Stola? Cosa sta succedendo a Castellaneta dove il numero dei positivi sembra aumentare giorno per giorno? Quanti sono i sanitari interessati? Tutti interrogativi in cerca di una risposta.


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