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Ostuni: commissariata la Lega Il rammarico dell'ex coordinatore Donato Marangi

ostuni

Di seguito il comunicato diffuso da Donato Marangi:

Ho appreso con sommo dispiacere di non essere più il coordinatore
cittadino della Lega di Ostuni. Dopo oltre tre anni di lavoro sul
territorio, lavoro mai riconosciuto dai vertici provinciali e
regionali, dopo aver sottratto tempo alla famiglia e al mio lavoro,
dopo aver portato a Ostuni, in tempi non sospetti, l’allora movimento
Noi con Salvini, che al tempo veleggiava tra l’1 e il 2%, sono stato
commissariato e, di fatto, invitato a non occuparmi più del partito in
un momento cruciale per la nostra città, a pochi mesi
dall’appuntamento con le Elezioni Amministrative. Mi si rimprovera di
non aver saputo creare un gruppo, laddove, invece, per diverse volte
ho dovuto radunare persone con storie politiche e professionali
differenti, prontamente spaventate dall’ondivago atteggiamento dei
dirigenti provinciali, i quali hanno preferito interessarsi di Ostuni
solamente in vista, appunto, delle Elezioni Comunali, con un occhio
volto al futuro, leggasi le Regionali del prossimo anno. Mi si
rimprovera di non aver presenziato alle ultime manifestazioni che
hanno visto la presenza di Matteo Salvini, laddove sin dal 2016 ho
partecipato a tale tipologia di manifestazione, quando la Lega,
soprattutto alle nostre latitudini, non era certamente ben vista e
ancora ben lontana dall’essere partito di governo. Mi si rimproverano
cento altre cose delle quali, onestamente, non trovo ragioni valide,
se non la volontà di gestire il partito in modo autoritario e volto
all’apparenza assai più che alla sostanza, con, in verità, già alla
base la scarsa volontà di radicarsi e di rafforzarsi nella città di
Ostuni. Ho lavorato partendo dalla mia contrada, occupandomi di
problemi che se per alcuni possono risultare piccoli, per molti altri
sono grandi e richiedevano e richiedono tutt’ora una pronta
risoluzione; ho proseguito allargando il raggio d’azione mio e dei
miei collaboratori sul centro della città, parlando con i cittadini,
mettendo sempre al primo posto l’interesse e la credibilità del
partito; ho partecipato a riunioni e tavoli di coalizione, dando
talvolta input decisivi e ascrivendo alla Lega meriti che, si perdoni
il gioco di parole, evidentemente non meritava. Sono stato tra i primi
a portare il nome di Matteo Salvini in provincia di Brindisi, quando
molti altri, saliti soltanto da poco sul carro del vincitore, lo
denigravano e, talvolta, lo insultavano, quegli stessi insulti che io
stesso ho ricevuto negli scorsi anni e che, proprio per attaccamento
alla Lega e al suo segretario nazionale, ho con orgoglio ignorato,
spronato anzi a proseguire con accresciuto vigore il mio
disinteressato impegno. Ma questo lavoro ha finito per incocciare
contro una serie di ostacoli insormontabili creatimi non già da
avversari o alleati, bensì dal mio stesso partito, per il quale,
evidentemente, sono stato utile solamente in passato, ma che, oggi,
pare poter da me prescindere. Sia chiaro: non sono io a lasciare la
Lega, ma è la Lega a lasciare me, dopo avermi già isolato. Non mi sono
dimesso, ma sono stato rimosso, come si rimuove uno scomodo retaggio
del passato. Resta incrollabile la mia fiducia, la mia stima, il mio
sostegno a Matteo Salvini, nel cui progetto ho creduto sin dal primo
momento e nel quale continuerò a credere, indipendentemente da quelli
che saranno i suoi rappresentanti sul territorio, sulla cui efficienza
ripongo oramai più di un dubbio. Se la Lega non si presenterà alle
imminenti Elezioni Comunali, la colpa dovrà essere indagata e
ricercata altrove: a quel punto, potremo dire di aver perso tutti,
nessuno escluso.
Ringrazio di cuore quanti hanno creduto in me in questi anni e chi lo
ha fatto in questi ultimi mesi. Il loro supporto è stato per me
fondamentale e fonte di orgoglio.




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