Nel pomeriggio è stata notificata a Franco Convertini la decisione del tribunale del riesame di Catanzaro: non è più sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di firma. L’ordinanza delle settimane scorse, con cui l’ingegnere di Martina Franca era sottoposto ad indagine (una ventina di persone complessivamente) non ha più effetto, essendo stato accolto il ricorso presentato dal legale di Convertini.
Il professionista, esperto ministeriale per la valutazione di un progetto, aveva dato il suo ok rispetto a come era stato realizzato un capannone industriale nella zona di Lamezia Terme. Capannone che però, secondo l’accusa, non è mai stato costruito. Indagati in 19 complessivamente, per un’ipotesi di truffa legata al percepimento di finanziamenti comunitari, si è detto da parte dell’accusa, che l’operazione truffaldina rasenta i dieci milioni di euro.
Convertini però ha sempre professato la sua innocenza. Nelle ultime settimane, la firma ogni giorno in caserma dei carabinieri, conto corrente bloccato, foto segnaletiche. Ma oggi, per il professionista pugliese, è arrivato un risultato importante. Parziale ma importante.
Solo per precisare che non ero sottoposto all’obbligo di dimora e che il il presunto “capannone inesistente” era rappresentato nelle foto presenti nella mia relazione e addirittura in ulteriori fotografie allegate all’ordinanza con cui mi si accusa di averne falsamente attestato l’esistenza.
Grazie per il suo intervento e per la precisazione. Noi parliamo di presunto capannone inesistente perché l’accusa quello dice, fermo restando che lei, fino a prova del contrario, è innocente. E attendiamo anche una foto del capannone, quando deciderà di inoltrarcela per la pubblicazione. (agostino quero)