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I diversi tipi di ETF E le loro principali caratteristiche

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Gli Exchange-traded funds, meglio noti sul mercato con l’acronimo ETF, sono prodotti finanziari che, ormai da decenni, godono di grande popolarità tra investitori dal profilo e background differente. Nati negli anni Novanta, l’idea di fondo di un ETF è riassumibile nei due punti seguenti:

  • Identificazione di un benchmark: un ETF ha, in genere, l’obiettivo di replicare l’andamento della quotazione di un asset finanziario (o, come di frequente accade, di un paniere di asset) sul lungo periodo
  • Garantire volatilità ridotta: molti ETF godono di grande popolarità sui mercati grazie alla loro volatilità, generalmente contenuta nel lungo periodo

Gli ETF sono, di norma, suddivisi in macro-famiglie in base proprio alla natura del prodotto sottostante (sia esso, ad esempio, un insieme di azioni o di obbligazioni). Un ulteriore fattore che ha, senza dubbio, giocato a favore degli ETF nel corso degli anni è la loro praticità di negoziazione, riassumibile nei due punti seguenti:

  • Può essere complesso acquistare o vendere alcuni contratti finanziari: un aspetto che approfondiremo quando parleremo degli ETF obbligazionari
  • È molto semplice introdurre una buona diversificazione di portafoglio con un ETF: un investitore che desidera introdurre un livello ottimale di diversificazione azionaria nel proprio portafoglio può essere costretto ad acquistare centinaia di titoli differenti, mentre l’acquisto di una quota di ETF può, in un’unica operazione, garantire lo stesso livello di diversificazione

All’interno di questo articolo andremo a vedere una sintesi del funzionamento degli ETF relativi al mercato obbligazionario, a quello azionario, al business delle materie prime e, addirittura, al recentissimo trend osservato nel mondo delle criptovalute. Ogni dettaglio fornito in questa sede non deve essere interpretato come un invito all’investimento, in quanto il presente articolo è divulgato a soli fini informativi.

Investire in borsa con gli ETF azionari

Una volta chiarito in che cosa consista, di base, un prodotto finanziario ETF e da dove derivi la sua forte popolarità tra investitori dal profilo diverso, possiamo agevolmente comprendere il funzionamento della categoria più comune di questi fondi: quella azionaria.

L’obiettivo di un ETF azionario è, di norma, quello di replicare l’andamento di uno dei seguenti indici:

  • Indice azionario ufficiale: come può essere, ad esempio, l’S&P 500, il Dow Jones o il Nasdaq
  • Indice settoriale non ufficiale: molte aziende, oltre a lanciare sul mercato un ETF, creano indici non ufficialmente quotati in borsa che includono aziende appartenenti ad un settore specifico
  • Indice per capitalizzazione non ufficiale: oltre ad indici settoriali, le aziende che creano ETF possono realizzare anche indici di riferimento che includono società per fascia di capitalizzazione, come quelli riferiti alle cosiddette Large-Cap o Small-Cap

Consideriamo che, in genere, gli indici sopra riportati comprendono centinaia di titoli azionari differenti: quale sarebbe, per un investitore privato, la complessità connessa ad una strategia di perfetta replica di questi indici senza avere a disposizione un ETF?

Molti indici (come, ad esempio, il Nasdaq) utilizzano formule matematiche piuttosto complesse per il calcolo del proprio valore giornaliero. Un piccolo trader non avrebbe a disposizione tempo e risorse sufficienti per effettuare calcoli complessi in maniera continua, rendendo, di fatto, impossibile tale replica.

Non stupisce, dunque, che gli ETF abbiano dimostrato, negli anni, di saper attrarre l’attenzione ed i capitali di una platea estremamente ampia di investitori. È infatti piuttosto probabile che tale trend prosegua in futuro, specialmente con l’avvento di nuove tipologie di ETF, come avremo modo di vedere nella parte conclusiva di questo articolo.

La convenienza degli ETF obbligazionari

Attraverso gli stessi mercati borsistici, sui quali i trader scambiano abitualmente titoli azionari, è possibile trovare un’altra categoria di ETF amata dagli investitori di tutto il mondo: quelli legati al mercato obbligazionario.

Chi ha familiarità con il mercato obbligazionario saprà bene che, in genere, l’acquisto e vendita di bond può essere effettuato solo tramite broker specializzati in questo comparto finanziario. Gli ETF obbligazionari, invece, sono spesso presenti all’interno del catalogo di ogni broker online, garantendo una maggiore semplicità di accesso a questo interessante mercato.

Un’altra questione molto importante della quale vale la pena discutere è la generale scarsa praticità di acquisto e vendita di titoli obbligazionari in determinate condizioni di mercato. Una rapida ricerca tra bond popolari evidenzierà subito il problema principale: il prezzo unitario di un’obbligazione è, in genere, prefissato ad un valore nominale pari a 1.000€, 10.000€ o anche 100.000 €.

Vendere titoli di questo taglio fisso può risultare complesso, non sempre dall’altra parte del mercato troveremo con rapidità qualcuno disposto ad acquistare strumenti di questo importo (e, naturalmente, vale lo stesso discorso anche per la situazione speculare). Il prezzo di negoziazione di un ETF obbligazionario è, d’altro canto, generalmente alla portata di tutti, garantendo una maggiore facilità di scambio.

Sebbene ogni ETF obbligazionario abbia condizioni diverse, in genere evidenziamo il pagamento di un interesse mensile verso chi detiene quote del fondo. Anche questo può essere un vantaggio di questo genere di investimento, in quanto un bond fornisce normalmente il pagamento di tale interesse su base trimestrale, semestrale o annuale.

Evidenziamo, infine, la presenza di ETF per ogni categoria di obbligazione quotata sul mercato, con opzioni che vanno dai Titoli di Stato ai bond privati sino ai cosiddetti junk-bond

Negoziare commodities con gli ETF

Il settore delle materie prime è considerato, da sempre, un porto sicuro per chi vuole introdurre nel proprio portafoglio alcuni investimenti protetti dall’inflazione (si parla, non a caso, di veri e propri “beni rifugio” in questo caso).

Acquistare e vendere materie prime non è, contrariamente a quanto una persona poco esperta del settore possa pensare, un’attività così semplice e pratica. Investire sui mercati finanziari nel petrolio non equivale all’acquisto di barili di “oro nero” da custodire in casa ma, in realtà, tale operazione viene effettuata direttamente sul mercato degli strumenti derivati.

In particolare, il derivato che viene utilizzato per la negoziazione di materie prime è noto come futures, che può essere comprato e acquistato come un qualunque titolo azionario. Le complessità ed i rischi del mercato dei derivati, tuttavia, sono tali da richiedere un elevato livello di esperienza e conoscenza finanziaria nel settore per evitare perdite di denaro ingenti.

Lo scambio di futures non è, quindi, alla portata di molti. Per tale motivo, i fondi ETF sulle materie prime hanno riscosso un grande successo nel corso degli anni. Pur rimanendo un’operazione rischiosa, l’esperienza dei manager di un ETF di questo tipo può creare una buona garanzia di professionalità nella gestione del proprio denaro nel settore delle commodities.

È possibile trovare sul mercato ETF che puntano a replicare l’andamento di una materia prima specifica (come nel caso dell’iShares Silver Trust, che ha come benchmark il prezzo dell’argento), o di un set specifico di commodities specifico (citando un esempio, è possibile parlare del Dow Jones AIG Commodity Index).

Uno sguardo al futuro: gli ETF sulle criptovalute

La ciliegina sulla torta di questa rassegna è rappresentata da un’interessante novità in corso di sviluppo sul mercato: parliamo della nascita degli ETF su criptovalute. Questo processo – è bene specificarlo – è ancora lontano dall’essere un atto compiuto, e questo è visibile facilmente da una serie di fattori.

Volendo citare il fattore principale, possiamo dire che non è purtroppo possibile, al momento, identificare i fondi ETF più solidi specializzati nel settore. Questo perché, semplicemente, molti dei fondi di questo genere che possiamo trovare sui mercati hanno meno di un anno di vita, rendendo impossibile una valutazione di medio-lungo periodo sulla loro redditività.

Fino ad ora abbiamo assistito alla nascita di tre tipologie di ETF crypto:

  • ETF su una criptovaluta: ETF che negoziano direttamente criptovalute (o contratti derivati su coin)
  • ETF che puntano sulla tecnologia blockchain: si tratta di ETF azionari che investono sul settore blockchain, vale a dire quella tecnologia introdotta dalle criptovalute
  • ETF ibridi: osserviamo anche casi di ETF che investono su criptovalute e su azioni di aziende attive nell’ambito blockchain

Non è affatto da escludere che i prossimi mesi riservino la nascita di nuove categorie visto che, come detto, il settore è ancora in divenire e, proprio come le criptovalute sottostanti, sta mostrando una capacità di cambiamento ed evoluzione davvero rapida.

 


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