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Possibili benefici dei videogames Lo si legge nel report

Giocare ai videogames può avere benefici per la salute mentale. È questa la tesi portata avanti dall’Università Nihon di Tokyo e pubblicata di recente sulla rivista Nature Human Behaviour. Protagoniste dello studio quasi 100 mila persone, in Giappone, analizzate durante un periodo particolare come quello della pandemia, tra il 2020 e il 2022. Risultato? Giocare in maniera regolare e sostenibile, senza eccessi, può fare bene.

Lo si legge sul sito di  Gaming Report, sito dedicato al settore dei casinò online e del gioco in generale, che cita anche Pete Etchells, professore di psicologia e comunicazione scientifica presso l’università di Bath Spa. Il professore distingue infatti tra console e genere, sottolineando come la Nintendo Switch sia stata associata a risultati più positivi nelle popolazioni più giovani e nelle donne, mentre la PS5 ha influenzato positivamente maschi e negli adulti senza figli. A intervenire sulla ricerca è stato poi un altro docente, questa volta Mike Cook, titolare della cattedra di informatica al King’s College di Londra, che ha commentato lo studio evidenziando come la ricerca possa rivelarsi utile per comprendere i benefici dei videogiochi non solo per bambini e giovani, ma anche per gli adulti di tutte le età.

Il gaming, insomma, si conferma un settore dai mille volti, che può far bene alla salute mentre fa già bene all’economia. In Italia l’ultimo rapporto di IIDEA, Italian Interactive & Digital Entertainment Association, parla di un giro d’affari di 2 miliardi e 200 milioni di euro per quanto riguarda la produzione di videogiochi, con 14 milioni di videogiocatori sparsi per tutta la penisola. Tra le regioni che stanno guardando di più a questo settore c’è proprio la Puglia che sebbene sia lontana dai vertici della classifica, si sta ritagliando uno spazio importante. Le zone dove la presenza di realtà dell’industria gaming è più massiccia sono la Lombardia (22%) e il Lazio (16,7%) ma le prime tre regioni del sud sono proprio Campania, Sicilia e Puglia, che con il 4,4% offre qualche piccolo segnale di speranza per il futuro.

Ma torniamo alle ricerche e citiamo quella condotta dall’Università di Cambridge, che ha analizzato i dati di 1.700 bambini tra i 3 e i 7 anni, rivelando i benefici del gioco tra pari sulla salute mentale. I bambini avevano maggiori capacità di questo tipo mostravano meno segni di iperattività e problemi emotivi quattro anni dopo. Ogni aumento di capacità di gioco era correlato a una riduzione del 8,4% dell’iperattività, 8% dei problemi di condotta e 9,8% delle problematiche emotive. Anche i problemi relazionali tra coetanei si sono ridotti del 14%. È così che si è fatta largo la Video Game Therapy, che usa i videogiochi nei percorsi psicoterapeutici. Rispetto al gioco tradizionale, i videogiochi offrono una maggiore stimolazione e variabilità, trovando applicazione nella cura di psicosi, disturbi dell’umore e dell’apprendimento.

Che giocare facesse bene lo sapevamo. Ma adesso cambia anche il modo in cui guardiamo i videogame. Che non sono più soltanto il male assoluto.


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