La gita al Pollino è stata problematica, dopo, per le due donne. La 38enne e la 42enne di Martina Franca hanno mangiato bacche di belladonna scambiate per mirtilli e nelle ore successive al rientro a casa hanno avvertito i primi problemi. A casa, poi, con le bacche raccolte hanno anche fatto (e bevuto) il frullato. I dolori via via sono diventati dolori lancinanti e i mariti delle signore, ieri, hanno dovuto portarle all’ospedale locale. Fatta risalire, appunto, alla belladonna l’origine dei guai, si è poi reso necessario il trasferimento d’urgenza al “Moscati” di Taranto, in rianimazione. Prognosi riservata, con segnali di miglioramento, stando a fonti informali.
Peraltro fonti Asl, successivamente alla notizia di cui si era in possesso, hanno negato che trattasse di rianimazione, riferiscono del miglioramento delle condizioni grazie anche alle lavande gastriche e che le due donne saranno completamente ristabilite entro pochi giorni. Per superare l’emergenza, sempre da fonti Asl, è stato investito della questione il centro antiveleni di Milano.
Utilizzata, con effetti benefici, in omeopatia, la belladonna ha peraltro delle proprietà tossiche potenzialmente letali.
Come è noto a tutta la comunità scientifica, nelle preparazioni omeopatiche a base di Belladonna non c’è più traccia di principio attivo della Belladonna, in seguito alle numerose diluizioni tipiche di queste pratiche. I preparati omeopatici, che riportino sulla etichetta Belladonna o altro, contengono solo acqua e zucchero o acqua e alcol.
Peraltro tutti gli studi scientifici seri realizzati nel mondo dimostrano che l’omeopatia non porta alcun beneficio, è solo “EFFETTO PLACEBO”.