Di Enrico Pellegrini*:
Il diritto alla casa è fra quelli principali, in termini di tutela di riservatezza della vita familiare sanciti dalla Corte europea dei diritti umani. Tale diritto non può peraltro annientare la necessità di intervento in caso di abusivismo edilizio.
La Corte di Cassazione, sezione penale, ha evidenziato un principio al riguardo. Quello della proporzionalità. Riferendosi ad una vicenda avvenuta in Calabria, di costruzione abitativa abusiva, la Suprema Corte ha bocciato la sentenza di secondo grado con cui era stata rigettata una seconda istanza di chi quella casa occupa, con presenza di persona in difficili condizioni di salute. La prima istanza, finalizzata a sanare l’abuso in zona fortemente urbanizzata, era stata rigettata. La seconda, che pure era stata appunto rigettata nel precedente grado di giudizio in quanto considerata reiterazione della prima, è stata invece accolta dalla Cassazione proprio per le sopravvenute difficoltà di salute di uno dei due coniugi, ciò che limita o preclude le possibilità di reperire altre soluzioni abitative adeguate in caso di demolizione della costruzione abusiva.
*avvocato (foto)
