Di seguito un comunicato diffuso dall’associazione Meter:
In questa Giornata Internazionale dei Bambini Scomparsi, l’Associazione Meter lancia un grido che è allo stesso tempo denuncia e promessa: la memoria non si cancella. La speranza non muore.
Nasce oggi, nel cuore del polo dell’Associazione, l’“Uliveto della Memoria e della Speranza”: un luogo vivo, reale, in cui 1.000 bambini scomparsi vengono ricordati. Mille volti. Mille assenze che non accettiamo di dimenticare.
In questo uliveto, ogni albero è piantato tra le foto di bambini scomparsi, molte delle quali dimenticate. Gli ulivi, simbolo di pace e di vita che resiste anche alle intemperie, sorreggono la memoria di chi è stato strappato via. Un filo rosso collega le immagini e gli alberi, intrecciando le loro storie, segnando il legame spezzato tra ogni bambino e la sua infanzia. Quel filo rappresenta il dolore, ma anche il dovere: non spezzare mai il filo della verità.
“Ci hanno rubato i bambini, ma non ci toglieranno la memoria. Ogni volta che piantiamo un albero, diciamo al mondo: tu li hai dimenticati, noi no. In quel filo rosso c’è il sangue dell’innocenza tradita. E c’è anche il nostro grido, che nessuno potrà mettere a tacere”, dichiara don Fortunato Di Noto, fondatore dell’Associazione Meter.
L’Uliveto della Memoria e della Speranza non è solo un giardino commemorativo. È un atto politico, umano, spirituale. È una denuncia contro il silenzio. È un luogo per chi cerca, per chi piange, per chi non vuole rassegnarsi.
In Italia, oltre 21.000 minori sono scomparsi negli ultimi vent’anni (fonte: Ministero dell’Interno, 2024). Molti di loro non sono mai stati ritrovati. Alcuni sono vittime di tratta, sfruttamento, abusi, sparizioni orchestrate. La maggior parte sono avvolti da silenzi, omissioni, indifferenza.
“Io ho guardato negli occhi padri e madri che non sanno dove siano i loro figli. Non esiste un dolore più feroce. E a quel dolore si aggiunge l’indifferenza del mondo. Ma noi non taceremo. Non possiamo tacere”, prosegue don Di Noto.
Nel 2002, Meter aveva già costruito un Muro della Vergogna, con oltre 300 fotografie di bambini scomparsi, abusati, uccisi. Oggi, quel muro si apre alla terra, si trasforma in uliveto. Perché la memoria non sia solo una parete che piange, ma un luogo che cresce, che respira, che chiama.
“Ogni bambino scomparso è un pugno nello stomaco della civiltà. Chi tace, chi non vede, chi non denuncia, è complice. Questo uliveto è la nostra risposta: non vogliamo pietà. Vogliamo giustizia. E memoria”, conclude don Fortunato Di Noto.
(foto: l’uliveto, a Pachino)