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Puglia, in netto calo la percentuale di nuovi contagi da corona virus Rapporto Gimbe

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Di Francesco Santoro:

Dati epidemiologici in costante miglioramento in Puglia. Diminuisce ancora il numero degli attualmente positivi per 100mila abitanti: sono 775, con una variazione dei nuovi contagi in calo di 37,5 punti percentuali. L’occupazione dei posti letto dei pazienti Covid in area medica è scesa al 20 per cento (due settimane fa era al 36), mentre il dato delle terapie intensive si ferma al 16 per cento. È quanto emerge dal report della Fondazione Gimbe. In tutto il Paese «per la decima settimana consecutiva –afferma il presidente dell’organismo indipendente, Nino Cartabellotta– continuano a scendere i nuovi casi settimanali, in parte per la ridotta circolazione del virus, come documenta la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, in parte per la crescente diminuzione dell’attività di testing».
Quanto alla campagna vaccinale pugliese, i numeri aggiornati al 26 maggio confermano un’ottima capacità di somministrazione. Secondo Gimbe la percentuale della popolazione che ha completato l’intero ciclo è del 17,8 per cento; l’83,6 per cento degli ultraottantenni ha ricevuto sia la prima che la seconda dose di siero anti-Covid e l’11,8 per cento una. Per le persone d’età compresa tra 70 e 79 anni, invece, le percentuali sono del 30,2 per cento con due dosi e del 58,7 per cento con una (sono numeri da primato in Italia). Mentre per la fascia 60-69 anni, le percentuali sono del 22,2 per cento con due e del 55,6 per cento con una dose.
«Se da un lato il mix tra riaperture graduali, progressione della copertura vaccinale nelle persone a rischio, comportamenti virtuosi della popolazione ed effetto della stagionalità apre la strada a un prudente ottimismo –commenta Cartabellotta –, dall’altro è indispensabile rilevare tre criticità nella gestione della pandemia e della campagna vaccinale. Innanzitutto, i nuovi criteri per assegnare i colori alle Regioni disincentivano la ripresa del contact tracing proprio quando la riduzione dei casi lo renderebbe fattibile; in secondo luogo, la mancata implementazione di strategie vaccinali a chiamata attiva per aumentare la copertura delle fasce più fragili; infine, non è nota la strategia per identificare tempestivamente ogni possibile ripresa del contagio».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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