Se si ha un’attività autonoma, che sia come libero professionista o imprenditore, la comprensione approfondita dei vari metodi di pagamento con fornitori e clienti è fondamentale.
La conoscenza di tali strumenti consente infatti di ottimizzare le dinamiche di acquisto e vendita, adattandole alle esigenze e alle preferenze aziendali e quelle del cliente, arrivando a una conclusione che sia soddisfacente per tutte le parti.
In particolare, in questo contesto, è bene conoscere come funziona il pagamento con carta di credito e quali sono le alternative digitali come Apple Pay, Paypal o Satispay.
Avere piena conoscenza di certi meccanismi non porta solo il vantaggio di fidelizzare il cliente, offrendogli diverse modalità così da permettergli di trovare la più congeniale, ma ad oggi possiamo dire che sia praticamente un dovere in quanto, dal 2022, ogni esercente ha l’obbligo di possedere un POS.
Cosa sono i pagamenti elettronici
I pagamenti elettronici, come definiti dalla Banca d’Italia, rappresentano una modalità di trasferimento di denaro tra due o più soggetti. Questi strumenti, che variano dall’uso delle carte di credito al digitale, sono noti come Digital Payment quando effettuati attraverso mezzi elettronici o addebito diretto sul conto corrente.
Possono essere, infatti, di diverso tipo, tra cui ad esempio bonifici, ricevute bancarie, addebiti diretti, pagamenti con carte di credito/debito ed e-payments, ma il sistema di pagamento elettronico si sta evolvendo in continuazione.
Tra le innovazioni più recenti, in ambito carta di credito o debito, spiccano il Contactless Payment e il Mobile POS, che consentono transazioni senza contatto fisico o inserimento della carta nel POS tradizionale.
Inoltre, esistono pagamenti digitali innovativi come il Mobile Payment tramite smartphone, il Smart Objects Payment che coinvolge oggetti connessi all’Internet of Things (IoT), i Device-Free Payments basati sulla biometria, e i Wearable Payments effettuati attraverso dispositivi indossabili.
Tutti gli Innovative Payments si basano su piattaforme avanzate e interfacce sofisticate e offrono numerosi vantaggi, tra cui sicurezza, comodità, rapidità e facilità d’uso, migliorando sia la gestione dei pagamenti aziendali che l’esperienza di acquisto dei clienti.
POS obbligatorio per negozi e professionisti dal 2022
A partire dal 30 giugno 2022, un importante cambiamento è entrato in vigore per professionisti e commercianti: l’obbligo di avere un POS, impostato dal Decreto PNRR.
Mentre fino a poco fa questo era limitato ad alcune casistiche, in termini di professionisti che potevano non averlo, rifiutando i pagamenti elettronici sotto una certa soglia, dal 2022 questa nuova imposizione è stata estesa anche a moltissime categorie di lavoratori.
Il pagamento elettronico, divenuto ormai consuetudine sia per consumatori che aziende, mira infatti a garantire maggiore sicurezza e trasparenza nelle transazioni, combattendo l’evasione fiscale.
Per tale motivo, chiunque non rispetti la normativa e non abbia POS o non accetti pagamenti elettronici rischia una sanzione amministrativa.
Chi ha l’obbligo del POS
L’obbligo di dotarsi del POS riguarda tutti coloro che operano a diretto contatto con il pubblico. Questa imposizione, già in vigore dal 2014, ha visto l’introduzione di sanzioni solo con il Decreto PNRR 2.
In particolare, dal 30 giugno 2022, anche i tabaccai ne sono soggetti per la vendita di prodotti in monopolio, come sigarette e marche da bollo, imposizione che era stata momentaneamente sospesa per via del basso margine di guadagno su tali beni.
Si era di recente alzata l’ipotesi, con la nuova Legge di Bilancio, di aumentare le soglie di tolleranza e liberare alcuni esercenti da questo dovere, ma pare essere stato fatto un passo indietro e l’obbligo POS è stato confermato dal 2024 così com’è.
Perché conviene avere il POS e a cosa serve
Ciò che ha spinto a tenere fede all’obbligo del POS sono stati diversi motivi, tra cui l’inclusione finanziaria, la conformità fiscale e la lotta all’evasione.
Proprio quest’ultima è un obiettivo chiave, in quanto permette la completa tracciabilità di tutti i movimenti in entrata e uscita, oltre al fatto che la riduzione di contanti nelle casse può andare a scapito di crimini come furti e rapine.
Dal punto di vista fiscale, il POS rispetta le regole tecniche per il collegamento degli strumenti di pagamento elettronico ai dati dei corrispettivi giornalieri e per questo rientra tra gli strumenti necessari di un’attività.
Inoltre, la promozione dell’uso di strumenti di pagamento alternativi al contante contribuisce all’inclusione finanziaria, garantendo l’accesso a chiunque agli strumenti di pagamento elettronico, in base ognuno alle proprie esigenze.
Sanzioni per chi non ha POS
Le sanzioni per chi risulta non essere conforme alla normativa sull’obbligo del POS hanno iniziato a circolare a partire dal 30 giugno 2022.
In questi casi, se dovesse essere mancare la presenza del POS entro il 1° luglio 2022 all’interno dell’esercizio commerciale, si applica una sanzione minima di 30 euro, maggiorata del 4% in relazione al valore del pagamento digitale rifiutato.
Per rendere l’idea, un rifiuto di pagamento di 10 euro comporta una sanzione di 30,40 euro, mentre una transazione di 100 euro porta a una multa di 34 euro.
Queste sono infine disciplinate dall’art. 15 dello schema di decreto PNRR 2, che anticipa di sei mesi l’applicazione delle sanzioni, estende l’esonero previsto e stabilisce un periodo di moratoria per il terzo trimestre del periodo di imposta 2022.