
L’Italia ritiene che i due pugliesi fucilieri di marina debbano rimanere in patria, e non più trattenuti dalle autorità indiane, visto che c’è un arbitrato internazionale avviato dall’Italia, dopo tre anni e mezzo abbondanti di ritardi, lentezze, rinvii, da parte della giustizia dell’India. Il 14 febbraio 2012 Salvatore Girone e Massimiliano Latorre uccisero, secondo l’accusa avanzata da quel Paese asiatico, due pescatori indiani scambiati per terroristi. I due marò erano in servizio di sicurezza su una nave, la Erica Lexie.
Invece il tribunale internazionale del diritto del mare ha deluso le attese italiane: nessuna decisione temporanea, la situazione deve rimanere così com’è. Nuove documentazioni dei due Paesi dovranno essere trasmesse al tribunale internazionale del diritto del mare entro il 28 settembre. Ma per ora, e chissà per quanto, Girone resta in India. Latorre dovrà tornarci. A meno che l’India non decida in merito, appunto considerando la sospensione dell’iniziativa giudiziaria in essere. Perché il tribunale di Amburgo, di misure temporanee, non ne ha decise. Quelle chieste dall’Italia.






