Di seguito il comunicato:
Proseguono gli appuntamenti di Nel frattempo, rassegna ideata, organizzata e promossa dall’associazione Diffondiamo idee di valore, con il sostegno del Consiglio regionale della Puglia – Teca del Mediterraneo, in collaborazione con Coolclub, Uasc e altri partner, che anticipa la dodicesima edizione del festival Conversazioni sul Futuro (16/19 ottobre).
Martedì 24 giugno (ore 19:30 | ingresso libero) alle Officine Culturali Ergot di Lecce lo scrittore Cristò, in dialogo con la giornalista Lara Gigante, presenterà il suo romanzo “Penultime parole“, appena uscito per Mondadori. C’era una casa sulla collina al limitare di un piccolo paese nell’entroterra, una famiglia di cinque persone a dividersi le tre stanze, le sei sedie, i due specchi e i tanti libri ordinati sulle mensole. Ma, adesso, per le due vecchie sorelle rimaste sole ad abitarla quel tempo è un repertorio di immagini sfocate, lontane. Anche il presente sembra rarefarsi e, con esso, i rapporti sociali. Perso ogni contatto con gli abitanti del paese a fondovalle, presto rinunciano persino alle parole che iniziano progressivamente a eliminare, arrivando a seppellire le centinaia di libri per “fare spazio al silenzio” che occupa la casa. Persino i ricordi sembrano appartenere a un passato a cui è difficile credere. Mentre la morte, come per dimenticanza, risparmia la casa, Teresa, quasi ultracentenaria, inaugura una vita simbiotica con le piante che coltiva, trasformandole in confidenti, compagne. Le luci nel paese a fondovalle sono sempre meno, gli ululati dei lupi dai boschi attorno sempre più vicini, finché un giorno Teresa prende una decisione impossibile.
«Ho iniziato a scrivere Penultime parole circa tre anni fa spinto dall’esigenza di mettere in ordine alcune idee che riguardavano il rapporto tra l’essere umano e la natura. Mi sembrava, e mi sembra tutt’ora, che già parlare di rapporto sia possibile solo considerando l’essere umano come estraneo alla natura, o quantomeno concedendogli uno status di diversità, se non di superiorità, rispetto agli altri esseri viventi», racconta l’autore sul sito mondadori.it. «La lettura di alcuni saggi sui bambini selvatici – esistono molti casi documentati e studiati di bambini rapiti da animali o abbandonati dai propri genitori che sono sopravvissuti e cresciuti da soli o adottati da altri animali, lontani dalle società umane – mi ha convinto che questo apparente status di superiorità sia da attribuire al nostro tipo di linguaggio. Tuttavia, proprio in quei saggi, si dimostra che il linguaggio non è una capacità innata dell’essere umano visto che la grande maggioranza dei bambini selvatici riportati in società dopo i cinque o sei anni di vita non sono mai riusciti a parlare o, in pochi casi, hanno acquisito un linguaggio semplice che, per esempio, non consentiva loro di nominare oggetti che non fossero presenti alla loro vista o di pronunciare frasi relative a concetti, anche semplici, di astrazione», prosegue. «Mi ha colpito molto il caso di una di queste bambine che, invece, ha imparato a parlare abbastanza bene e, a un medico che le chiedeva a come pensasse nel tempo della sua vita selvatica e senza parole, ha risposto: “Prima di imparare a parlare non pensavo”. Ho quindi cercato nel linguaggio l’illusione di questo rapporto apparentemente privilegiato, immaginando un processo inverso a quello del bambino selvatico che viene riportato in società e provando, invece, a trasformare un essere umano da sociale a selvatico. Ciò che credo di aver trovato è un animale debole e complesso che, solo abbandonando le parole – il loro suono, il loro significato -, ritrova la propria coincidenza con la natura e dimentica finalmente l’illusione tutta umana della libertà».
Cristò vive a Bari. Tra le sue ultime pubblicazioni, Restiamo così quando ve ne andate (2017), La meravigliosa lampada di Paolo Lunare (2019) e Uno su infinito (2021) per TerraRossa, oltre che La carne (Neo, 2020) e L’estate in cui sparirono i cani (Giunti, 2023).
Venerdì 27 giugno (ore 20:00 | ingresso libero) a Corigliano d’Otranto, sulle terrazze di Nuvole, cocktail bar e bistrot del Castello Volante, sarà presentato il nuovo numero di The Passenger, libro-magazine “Per esploratori del mondo“, pubblicato dalla casa editrice Iperborea, interamente dedicato alla Puglia. Con l’editor Marco Agosta, interverrà Claudia Attimonelli (sociosemiologa, docente Media, cultura visuale e sound studies all’Università Aldo Moro di Bari), tra le autrici del volume con Nicola Lagioia, Daniele Rielli, Stefano Nazzi, Mario Desiati, Leonardo Palmisano, Andrea Piva, Sarah Gainsforth, Valentina Petrini, Oscar Iarussi, Teresa Maria Rauzino, Gabriella Genisi, Valerio Millefoglie con fotografie di Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni. Dalle 21:30 (ingresso al botteghino 20 euro | ticket in prevendita 17,50 euro su Dice – bit.ly/99PosseSEIF) nel Fossato per il SEI Festival di Coolclub appuntamento da non perdere con la musica dei Sangumaru, collettivo pugliese che fonde metal, hip hop, elettronica e ritmi tribali in un mix energico e coinvolgente, e 99 Posse, band che ha segnato la scena indipendente italiana fin dagli anni ’90. Con dischi iconici come Curre curre guagliò, Cerco tiempo e Corto circuito, la formazione napoletana continua a unire denuncia sociale e forza musicale in un live ad alta intensità.
«Era giugno 2000 quando fu pubblicato “Sfumature“, un brano scritto e cantato da Meg, voce dei 99 Posse, che celebrava il Salento anche grazie al videoclip che mostrava i paesaggi dal finestrino del treno che conduce la protagonista da Bologna a San Cataldo, la spiaggia dei leccesi, passando per le stazioncine polverose nell’arsura agostina di Novoli e Veglie e attraversando le campagne di Melendugno, dove un rustico rossastro in rovina – tuttora esistente – si staglia tra le distese di spighe di grano ormai bruciato dal solleone e si lascia visitare al suo interno per goderne l’ombra, fino a raggiungere la costa adriatica salentina, dove una “luce bianchissima stride negli occhi” (La taranta, 1962) e abbattendosi sulle scogliere invita a tuffarsi nelle fresche acque smeraldine», scrive Claudia Attimonelli nelle sue “Notti magiche”. «Il timbro scuro della voce di Meg, insieme a un giro di basso funk ed elettronico prodotto dai 99 Posse all’apice del loro successo, rivelò per la prima volta al pubblico di Mtv un Salento diverso: terra d’incontro tra musiche popolari della tradizione e una nuova scena musicale underground di sonorità reggae, raggamuffin e drum’n’bass, che alla pizzica e alle distese di uliveti e casali solitari alternava affollatissime e fragorose dancehall sulle spiagge in stile giamaicano, luoghi familiari per gli autoctoni e per pochi altri turisti alla ricerca di ambienti autentici ma che, in una manciata d’anni, sarebbero diventati meta iconica per un viaggio nel profondo Sud».
«Trentatré anni separano due sbarchi. Nel 1991, quello che molti intellettuali pugliesi individuano, a posteriori, come l’evento spartiacque che ha acceso i riflettori sulla Puglia: l’attracco al molo Carboni del porto di Bari della Vlora, una carretta del mare stracolma di profughi albanesi», si legge nell’introduzione al numero. «Il secondo nel 2024, quando nel resort di lusso di Borgo Egnazia approdano i capi di stato delle grandi potenze economiche del mondo per la consacrazione definitiva del brand Puglia. Un trionfo planetario che rischia però di contenere le cause stesse di una svolta in senso opposto: sovraesposizione mediatica, overtourism, la vittoria del plastico della Puglia sulla regione in carne e ossa, il passaggio dall’accoglienza dei rifugiati alla hospitality per ultraricchi. I posteri potrebbero cambiare anche il giudizio sulla rivoluzione culturale e la primavera politica che ha vissuto la regione a partire dal 2005: se da un lato l’ondata di rinnovamento che ha ribaltato l’immaginario e la narrazione del territorio ha avuto indiscutibili effetti positivi, dall’altro ha acceso dibattiti sull’autenticità e riflessioni sul paradossale ribaltamento dei valori, come ad esempio nel caso dei trulli e della taranta, che da simboli di una vita contadina misera e arretrata di cui vergognarsi sono diventati motivo d’orgoglio ed elemento identitario. I riflettori hanno reso più evidenti alcune ferite mai curate, come il feroce caporalato subito dai braccianti, il vuoto occupazionale e i veleni lasciati dall’Ilva, l’ascesa della cosiddetta quarta mafia, oltre alla piaga forse più seria di tutte, perché più gravi sono le responsabilità della politica (in concorso di colpe con magistratura e media): la morte di oltre venti milioni di ulivi a causa di un’epidemia che doveva essere gestita invece che negata. E forse è questo il destino dei luoghi di grande luce: quando il sole cala, si formano anche grandi ombre».
Martedì 1 luglio (ore 20:30 | ingresso libero), in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Biblioteca Bernardini e Officine Culturali Ergot, il Chiostro del Convitto Palmieri di Lecce accoglierà la presentazione del libro “Il vostro silenzio non vi proteggerà. Una storia di Audre Lorde” di Caterina Venturini (Solferino). L’autrice dialogherà con Katia Lotteria (presidente Casa delle Donne di Lecce) e Simona Cleopazzo (scrittrice e curatrice della collana Prose minime di Collettiva). Pagine militanti, che inquadrano la storia di una pensatrice nelle battaglie del presente, ci chiamano tutte e tutti a raccolta: non solo contro il silenzio in cui prospera il patriarcato, ma contro ogni forma di discriminazione. Come si trasforma la propria oppressione in potere personale e lotta collettiva? Audre Lorde, che si è autodefinita «Nera lesbica madre poeta guerriera femminista», ha fatto della sua vita uno straordinario strumento di impegno politico e di resistenza. Figlia di migranti caraibici, cresciuta ad Harlem in un’America di metà Novecento profondamente intrisa di razzismo, una forte miopia durante l’infanzia l’ha separata dalla realtà circostante e dalla sua stessa famiglia, ma le ha anche regalato una visione originale del mondo, che ha messo a servizio dell’immaginazione necessaria sia per fare politica, sia per fare poesia. Per tutta la vita, Lorde ha cercato strade di libertà e di uguaglianza, attraverso un riconoscimento di tutte le differenze e di tutti i corpi, in salute e in malattia, per sé e per le altre. Scrive: «Senza comunità non c’è né liberazione né futuro, ma solo il più vulnerabile armistizio tra me e la mia oppressione». Caterina Venturini compone un appassionato racconto-pamphlet, che prende vita dalla sua esperienza e dall’incontro letterario con Lorde e attinge con generosità alla biografia di questa indimenticabile «sorella outsider» e alla linfa delle sue poesie «d’amore e di lotta».
Giovedì 3 luglio (ore 20:30 | ingresso libero), in collaborazione con Polo Biblio-Museale di Lecce, Biblioteca Bernardini e Libreria Liberrima, sempre nel Chiostro del Convitto Palmieri a Lecce, il medico, psicoterapeuta, ricercatore e scrittore Alberto Pellai – dialogando con Iliana Morelli (Dottoranda Università LUMSA e CEO&Co-Founder di Boboto) – presenterà il libro “Pronti per il grande salto“, scritto per Mondadori con Barbara Tamborini. Il passaggio dalla scuola elementare alla media è spesso un salto nel vuoto. Si passa da un ambiente in cui tutto è prevedibile e controllato a uno in cui viene richiesto di cominciare a fare da soli, affrontando nel corso del triennio situazioni di vita impreviste e sfide importanti. Il corpo si trasforma a una velocità sorprendente, cambiano i punti di riferimento, si vivono nuove relazioni e ci si mette alla prova. Insomma, si diventa grandi. Ma quali sono le regole di questo mondo tutto da scoprire? Esistono competenze e strategie che si possono mettere in atto per imparare ad affrontarlo al meglio? Pubertà, autonomia, ambientamento e inclusione, amicizia, gestione degli errori e fiducia, iperconnessione, coraggio e rischio, bullismo, amore e sessualità, gestione dell’ansia: per ogni capitolo troverai storie, test, spunti di riflessione e consigli per imparare a conoscerti, a trovare il tuo equilibrio e arrivare pronto a tutto ciò che di bello incontrerai in questa fase della vita, così ricca di trasformazioni e cambiamenti.