Di Martino Abbracciavento:
Il forte caldo e le ormai sempre più rare piogge stanno creando sempre più disagi nel mondo dell’agricoltura; disagi che vanno dallo scottamento di frutta e verdura, dall’impoverimento dei vigneti e dei raccolti come pomodori, mais e girasole, alla caduta continua di agrumi e olive dagli alberi, e alla mancanza di foraggio per l’alimentazione degli animali da allevamento.
Da un monitoraggio effettuato dalla Coldiretti emerge infatti che questa estate bollente segnata dalla siccità, ha causato danni per oltre un miliardo di euro nelle campagne in Italia, favorendo anche il diffondersi di insetti dannosi per le coltivazioni come la cimice asiatica e il moscerino dagli occhi rossi.
Sempre nel monitoraggio della Coldiretti viene sottolineato che nonostante i cambiamenti climatici, l’Italia è da intendersi come un Paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente ma per le carenze infrastrutturali se ne trattiene solo l’11 per cento.
A tal proposito, insiste Coldiretti, per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery Plan, un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, in tutto il territorio nazionale.
Coldiretti conclude facendo sapere che “il progetto prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di costruire senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione”.