Di Maria Trivisano
Nell’ambito del Tema Operativo Distrettuale “Leo 108 Ab: Cavalieri della Cecità” lo scorso venerdì il Leo Club di Martina Franca ha presentato al Caffè D’Annunzio il libro “Come i fiori d’inverno” dell’autore nocese Michele Pettinato, l’evento è stato altresì l’occasione per l’ingresso dei nuovi soci.
La manifestazione è stata seguita inoltre da un aperitivo benefico per la raccolta di fondi destinati al progetto Servizio Nazionale Cani Guida per Ciechi, fondato dai Lions italiani che ha come finalità di dotare gratuitamente persone non vedenti di un cane addestrato che le renda maggiormente autonome nelle attività quotidiane.
I fondi in particolare sono devoluti al Centro Addestramento di Limbiate, la più grande struttura con queste finalità, ogni anno circa 50 cani guida sono addestrati e consegnati a non vendenti che, sempre gratuitamente, sono ospitati per il training di affiatamento con il proprio futuro compagno di vita.
Il Tema Operativo Distrettuale “Leo 108 Ab: Cavalieri della Cecità” si muove in tre diverse direttrici tra lo collegate e cioè : la sensibilizzazione alla cecità, la raccolta di fondi e la promozione della cultura.
“Le cose migliori e più belle di questo mondo non possono essere viste e nemmeno ascoltate, ma devono essere sentite col cuore” questa è la sfida che Hellen Keller lanciò ai Lions International nel 1925 e che risulta quanto mai attuale.
Il romanzo è ambientato a Noci nell’immediato secondo dopoguerra. E’ proprio in questo territorio che ci è tanto familiare, sia dal punto di vista degli scorci e delle immagine minuziosamente descritte dall’autore, che dal punto di vista dei rapporti umani che si sviluppano tra i protagonisti, che viene raccontata la storia di Chiara, figlia di Giovanni e Teresa, che in tenera età a causa di una febbre improvvisa si trova ad affrontare una malattia degenerativa agli occhi che la porterà alla cecità.
L’interrogativo sulla presenza del male nelle vicende umane emerge quale filo conduttore per l’intero romanzo.
Chiaro è il riferimento a Sant’Agostino che viene riportato nelle prime pagine del libro: “Il male non è altro che la privazione del bene. Per questo è come un parassita di una cosa buona. Non può invece attaccarsi in una cosa sommamente buona, perché questa è di natura incorruttibile e immutabile di per sé. Il sommo bene è Dio”.
Assolutamente indispensabile l’intervento sia della attrice Erika Grillo che ha letto in maniera magistrale degli stralci del libro che del professore Antonio Cecere che ha sottolineato nei suoi interventi come questo romanzo conduca “dal buio della caverna dei nostri pregiudizi verso una luce di conoscenza vera della disabilità.”
Il professor Cecere ha stimolato la riflessione invitando altresì i presenti a dover immaginare di descrivere un tramonto ad un cieco, il quesito a primo acchito di facile risoluzione ha messo davvero in crisi i presenti.
“Proprio come i fiori d’inverno che resistono alle intemperie abbracciandosi alla terra con tutte le radici e aspettano fiduciosi l’arrivo della nuova stagione”.
Chiara e la sua famiglia , ci dimostrano come è possibile superare il male, “Come i fiori d’inverno”, che attendono con fiducia la nuova stagione, così anche gli uomini sono chiamati a resistere alle tempeste della vita.