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Impianto a gas datato? I segnali che indicano inefficienza e sprechi nascosti

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Il riscaldamento funziona, l’acqua calda arriva, eppure qualcosa non torna: la bolletta del gas sembra crescere senza motivo. In molte abitazioni italiane, il vero problema di questo squilibrio è l’impianto a gas, spesso datato, poco efficiente e in alcuni casi addirittura non più a norma. E non servono guasti evidenti o caldaie rotte per iniziare a sprecare energia: spesso, i segnali di un sistema inefficiente sono subdoli, e passano inosservati fino a quando i costi non diventano troppo alti per essere ignorati.

Uno dei primi campanelli d’allarme è rappresentato dalla scarsa costanza nella temperatura dell’acqua o del riscaldamento. Se la doccia inizia fredda, poi diventa bollente e subito dopo di nuovo tiepida, o se i termosifoni impiegano molto tempo a riscaldarsi in modo uniforme, è possibile che l’impianto non stia più lavorando in modo ottimale. Anche la frequenza degli interventi di manutenzione può dire molto: se la caldaia ha bisogno di controlli frequenti, perdite di pressione o continue regolazioni, è probabile che sia arrivato il momento di valutare una sostituzione.

In questi casi, oltre a una revisione tecnica, può essere utile riconsiderare anche una nuova tariffa tra le offerte gas casa disponibili sul mercato. Un impianto obsoleto è spesso abbinato a contratti poco aggiornati, stipulati anni fa, che non tengono conto delle nuove esigenze familiari o della reale efficienza dell’abitazione. Oggi, le possibilità di personalizzazione sono molteplici: tariffe stagionali, offerte a prezzo fisso o variabile, soluzioni ibride per chi usa il gas solo in inverno. Ma prima ancora della tariffa, serve capire se l’impianto è in grado di garantire prestazioni allineate al costo.

Un altro segnale da non sottovalutare è il rumore anomalo proveniente dalla caldaia, oppure un consumo apparentemente stabile ma con bollette più care rispetto ad abitazioni simili. Questo può dipendere da una scarsa efficienza energetica: negli ultimi anni, la tecnologia delle caldaie è cambiata drasticamente, soprattutto con la diffusione dei modelli a condensazione, che recuperano parte del calore disperso nei fumi di scarico e lo riutilizzano, riducendo sensibilmente i consumi.

Anche l’isolamento dell’impianto gioca un ruolo fondamentale: tubature non coibentate, termosifoni non dotati di valvole termostatiche, o assenza di un cronotermostato possono contribuire a un uso poco razionale dell’energia. In questi casi, anche piccoli interventi migliorativi – come la sostituzione delle valvole o l’installazione di un termostato intelligente – possono portare a un risparmio fino al 20%.

Vale la pena ricordare che negli ultimi anni sono stati introdotti diversi incentivi statali per la sostituzione di impianti a gas obsoleti con soluzioni più efficienti, anche integrate con fonti rinnovabili. Ma l’efficienza non passa solo per le ristrutturazioni: passa anche dalla scelta consapevole dell’offerta gas, in grado di adattarsi a impianti moderni, programmabili e con consumi inferiori.

Per ricapitolare, se l’impianto ha più di 15 anni, mostra segni di instabilità o comportamenti strani, potrebbe essere il momento di agire. Una revisione tecnica, accompagnata da una valutazione attenta del contratto di fornitura, può tradursi in un miglioramento concreto del comfort domestico e in un taglio netto alle spese inutili. Perché risparmiare gas non significa rinunciare al calore, ma evitare che se ne disperda troppo, senza accorgersene.


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