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Marco Ninni: il dj di Mola di Bari conquista i palchi internazionali Il successo di "Sexy face"

Marco Ninni dj

Di seguito il comunicato:

C’è chi nasce con la musica dentro e chi, come Marco Ninni, la trasforma in una missione di vita. Nato a Mola di Bari, Marco ha iniziato a suonare per gioco, con una batteria giocattolo ricevuta all’età di quattro anni. Da allora, non si è più fermato.

Dalle prime sperimentazioni ai club italiani

A tredici anni scatta la scintilla: un video di un DJ alle prese con lo scratch accende in lui una curiosità che diventa presto ossessione. Con il primo setup completo ricevuto a quattordici anni, passa giornate intere a esercitarsi in un piccolo box sotto casa. «Passavo ore lì dentro, era il mio rifugio. Ho iniziato a farmi conoscere collaborando con chi organizzava serate, fino al debutto in discoteca nell’ottobre 2001, a soli 14 anni», racconta.

Negli anni successivi si afferma in Puglia e nei principali club italiani, fino a esibirsi al Cocoricó di Riccione e al Praja di Gallipoli, conquistando il pubblico con set che spaziano dall’EDM alla trance, dalla tech house all’electro.

Le tappe di una carriera in ascesa

Dopo l’esplosione nella scena barese, Ninni ha iniziato a collezionare esperienze prestigiose in Italia e all’estero. Solo nel 2025 ha calcato alcuni dei palchi più importanti al mondo, confermandosi tra i DJ emergenti più interessanti della scena internazionale.

Tra le date più significative di questa estate: Ministry of Sound di Londra e Vybe Ibiza (Spagna), Ultra Music Europe (Croazia), Altro Mondo Studios (Rimini), Plastik Ibiza (Spagna), apertura del concerto di Luchè al Parco Godar, e un festival in Belgio (Liegi).

A queste tappe si aggiunge l’uscita imminente di una nuova canzone realizzata con un rapper americano, segnale di un percorso sempre più orientato a collaborazioni e produzioni di respiro internazionale.

La svolta e la consacrazione internazionale

Dopo un’esperienza imprenditoriale non andata a buon fine, nel 2016 decide di dedicarsi al 100% al djing. «Fino a quel momento la mia famiglia considerava la musica un hobby. Ma quando ho scelto di crederci davvero, nel giro di un anno sono esploso a Bari come giovane talento», spiega.

Da quel momento, la sua carriera prende il volo: dai club italiani alle consolle di Thailandia, Formentera, Belgio, Romania e Stati Uniti. «Uno dei ricordi più emozionanti resta la mia prima volta in Thailandia, nel 2019. Non sapevo come avrebbero reagito alla mia musica, ma fu un successo incredibile. Per la prima volta mi trattarono come un artista affermato», ricorda con emozione.

Sexy Face: un beat nato per caso

«Sexy Face è nato come un beat di prova che stavo facendo comodamente sdraiato nel mio letto. Era, diciamo, un test, un esercizio. Poi ho capito che la cosa poteva funzionare e ci ho lavorato sviluppandola! Ed era solo un brano strumentale. Poi, in maniera molto, molto casuale, abbiamo fatto ascoltare vari miei beat a vari cantanti rap, e questo in particolare è piaciuto molto a Jay, che in pochi minuti ci ha scritto il testo e l’ha cantato. Quindi il brano è stato finalizzato in poche ore», racconta.

L’ha realizzato semplicemente con il suo PC, senza l’ausilio di studi di produzione o musicisti. Poi l’ha testato varie volte nei club e piaceva molto, ma è rimasto nel suo computer e nella mia chiavetta per 18 mesi, fino a quando non ho deciso di rilasciarlo ufficialmente l’11 settembre 2025.

Un futuro fatto di produzioni e sogni globali

Parallelamente alle performance live, Marco ha iniziato un percorso di produzione musicale. Il suo primo brano, WASTED, è già disponibile sulle piattaforme streaming. E una nuova collaborazione con un rapper americano è pronta a uscire, anticipando il suo primo album ufficiale.

«Molti pensano che il DJ viva solo di notti in discoteca, ma se vuoi diventare internazionale serve disciplina. Devi alzarti presto, andare in studio e produrre. Il vero salto di qualità lo fai con la tua musica originale», sottolinea.

Il sogno nel cassetto è chiaro: portare la sua musica in giro per il mondo. «Non cerco la fama fine a se stessa, ma l’opportunità di conoscere culture diverse. Mi piacerebbe suonare in Giappone, in Australia, in Medio Oriente. E farlo insieme ai miei amici, condividendo con loro questa esperienza», conclude.


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