Di seguito un comunicato diffuso dal comitato Fronte del porto:
Il Porto di Bari dovrà dotarsi finalmente di un piano regolatore e dovrà essere di sistema.
Il Comitato Fronte del Porto considera grande e unica occasione per il porto di Bari quella dell’annunciato avvio, da parte della stessa Autorità di sistema portuale del mare adriatico meridionale, del processo di formazione del primo Piano Regolatore di sistema portuale.
Ma al comitato di cittadini Fronte del Porto, la scelta di pianificare il porto di Bari in una giusta visione di sistema con i porti di Brindisi, Monopoli, Barletta e Manfredonia, appare più una costrizione legislativa che una reale opportunità di crescita e sviluppo integrato, a considerare quanto culturalmente lontana sia stata tale visione nei presidenti che si sono avvicendati alla testa della vecchia autorità portuale di Bari sempre ostili ad interloquire con il comitato su tali tematiche.
Innumerevoli in questi anni sono stati i tentativi del Comitato, nato da oltre un decennio con la confluenza del comitato per la difesa dell’ ansa d Marisabella su iniziativa di Silvana Grilli, per opporsi alla seconda colmata di 30 ettari di cemento nell’ansa di Marisabella per ragioni di ordine idro-geologico in un’area interessata dalla presenza di importanti falde sotterranee. Ansa sottratta da tempo anche all’uso sportivo del canottaggio del C.U.S. Bari. Un comitato, quello del Fronte del Porto che con il tempo ha dovuto affrontare numerose problematiche legate:
all’enorme traffico dei Tir da e verso il porto con insopportabili disagi da un decennio per i residenti di via Di Maratona che chiedono inascoltati da tempo l’apertura del varco portuale di via Caracciolo in attesa dei tempi biblici della camionale necessaria per un’arteria autostradale distante dal porto di Bari;
alla cancellazione del tracciato ferroviario che ha favorito una crescita sconsiderata e insopportabile del trasporto su gomma;
alla errata presunzione delle Autorità Portuali che hanno regnato fino ad oggi, di poter attribuire a un porto come quello di Bari piccolo e accerchiato dalla città, sebbene dalla stessa inaccessibile, funzioni portuali che possano andare al di là delle proprie reali capacita: commerciali, Ro-ro, crocieristiche con fondali troppo bassi tali da dover essere dragati con la dinamite;
ad una impropria adibizione della prima colmata di 20 ettari a parcheggio dei Tir eludendo tutta un’area retro-portuale più vocata per i servizi portuali, oggi preda di lottizzatori dell’edilizia privata;
alla invalicabilità del porto da parte della città con l’assenza di un seppur minino sistema di innesti urbani città-porto;
alle falle doganali sul piano dei controlli dei traffici illeciti, soltanto ultimamente oggetto di maggiori attenzioni;
alla recentissima condanna da parte della Giustizia Amministrativa per l’edificazione di una palazzina in inosservanza ai vincoli paesaggistici e culturali all’interno del Porto per gli uffici del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Vertenza della cittadinanza attiva portata avanti dal Comitato Parco del Castello al quale ha aderito lo stesso Comitato Fronte del Porto insieme a diverse associazioni e comitati che oggi chiede di avere voce a pieno titolo.
Tutte queste problematiche presentano un unico filo conduttore, l’incomunicabilità con tutto e tutti, cittadini e istituzioni locali, che si è concretizzata in decenni in una incomprensibile autonomia spinta del porto di Bari che è andato avanti nella provvisorietà con i piani triennali portuali completamente sganciati dalla città di Bari. Oggi una tardiva e opportuna legislazione di settore ha finalmente voluto porre un argine a tale situazione con una pianificazione di medio e lungo periodo dei porti che fanno capo ad un’unica Autorità portuale.
Per il Comitato Fronte del Porto ciò dovrebbe aprire per il porto di Bari scenari inediti che, a partire da una specializzazione integrata dei porti facenti parte della medesima Autorità, dovrà intersecarsi con il PUG (Piano urbanistico generale) di Bari anch’ esso in formazione e incominciare a dare risposte alle esigenze dei cittadini baresi da troppo tempo inevase.
Al nuovo presidente Patroni Griffi, verso il quale il Comitato aveva erroneamente riposto speranze di interlocuzione, il Comitato chiede di non voltarsi indietro alle innumerevoli richieste di incontro fino ad oggi ignorate nonostante i puntuali e approfondite elaborazioni e documenti recapitati, alla cui base non ci sono solo NO ma argomentate e legittime ragioni civiche che da tempo anticipavano i contenuti e la filosofia della pianificazioni di sistema.