Nei giorni scorsi, a Bari si è svolta una riunione collegiale fra avvocati e periti delle parti. Convocata dal perito d’ufficio, Francesco Introna. In esame il caso di Stefano Cucchi, che secondo la famiglia morì per le percosse dei carabinieri e che secondo la difesa, era già debilitato a livello letali e non fu dunque alcun pestaggio a ucciderlo. I familiari di Cucchi, con il loro legale, attaccano di nuovo il medico barese Introna, già denunciato due volte dai congiunti del ragazzo romano morto. Stavolta, con una memoria depositata dal legale della famiglia Cucchi, si fa riferimento a quanto compiuto da Introna in sede di incontro collegiale alcuni giorni fa: la proiezione di un video tridimensionale in cui è riprodotta una frattura vertebrale che, secondo Introna, riguarda Cucchi ed era già presente nei momenti precedenti al presunto pestaggio. Introna aveva detto di avere trovato online, già a gennaio, quella documentazione. Il legale della famiglia Cucchi ha contestato al medico legale barese, di essersela tenuta per quattro mesi, sempre che fosse realmente riferibile a Stefano Cucchi la frattura e sempre che fosse realmente del periodo descritto da Introna. Ieri il giudice per le indagini preliminari Elvira Tamburelli ha chiarito: “le immagini che appaiono sul web non appartengono al fascicolo processuale e non sono in alcun modo utilizzabili per l’accertamento peritale in corso”. E chiede al collegio di periti di comunicare se le attività di studio e di esame dei reperti sia conclusa. Insomma, quella documentazione prodotta da Introna, nel caso Cucchi non esiste. La vicenda è raccontata, nel dettaglio, da Repubblica.
(foto: fonte la rete)