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Taranto, ex operaio dell’arsenale: “ho il cancro” Contramianto

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Di seguito un comunicato diffuso da Contramianto:

< < Ho il cancro l’ho scoperto nell’ultima tac polmonare quella di controllo annuale che facevo come Arsenalotto elettricista ex esposto amianto >>. Quarant’anni come operaio all’Arsenale Marina Militare di Taranto una vita passata al servizio dello Stato. Entrato in Arsenale con i pantaloncini corti negli anni 60. Prima il corso di allievo operaio a 14 anni poi assunto operaio elettricista di terza categoria finalmente il lavoro quello stesso lavoro che ha minato la sua salute per sempre. Lo squarcio del torace e le chemio che per giorni ti lasciano spossato, combattere per la vita tutti i giorni. Il racconto reso a CONTRAMIANTO dall’arsenalotto elettricista ormai settantenne non lascia dubbi dei terribili effetti che l’amianto nel luogo di lavoro ha avuto per l’insorgenza del cancro polmonare. L’operaio tira fuori la libretta con la copertina rossa nella quale ha appuntato i materiali e i lavori fatti, un manoscritto prezioso nel quale giorno per giorno sono riportati consistenti quantitativi di amianto ritirati dai magazzini dell’Arsenale e dall’Officina, cartoni e cavi con amianto, nastri e corde in amianto, numeri e chilogrammi che si susseguono e che testimoniano l’uso di amianto fatto nell’Arsenale Marina Militare di Taranto. Amianto in cartone blu, Amianto in fogli compresso, Amianto in carta o filo blu in rotolo, filo di rame con triplo rivestimento di Amianto per alte temperature, cordoncino di Amianto. Amianto lavorato e respirato migliaia di fibre cancerogene nei polmoni che già avevano determinato in quell’arsenalotto pericolose placche pleuriche un segnale di quello che poteva accadere di ben più grave. Una vita lavorativa spesa per la Marina Militare lavorando nell’Arsenale MM di Taranto a bordo delle navi come elettricista e per la sua professionalità inviato in missione in Libano come supporto tecnico a bordo del naviglio militare. Aveva effettuato anche il periodo di Leva a bordo delle navi Marina Militare. Oggi arriva il conto un tumore il prezzo da pagare solo per aver fatto sempre con dovere e attaccamento il proprio servizio. Un caso purtroppo non unico. Nella Rete si Supporto sociale CONTRAMIANTO sono centinaia gli arsenalotti e i marinai vittime dell’amianto, numerose le morti e le malattie invalidanti legate all’amianto in Marina Militare una storia ancora in corso ed oggetto di indagini da parte della Procura di Venezia che continua a scavare sulle possibili responsabilità che hanno consentito nei decenni senza mettere argine alla crescite delle  vittime amianto in Marina Militare. Eppure dell’amianto e del pericolo che portasse a morte si sapeva già nello Studio commissionato dalla Marina Militare per l’Arsenale di Taranto nel 1969. Ancora prima negli atti CONTRAMIANTO si conferma il dramma delle asbestosi che conducono a morte gli Arsenalotti esposti all’amianto come si legge in una lettera del 1964. Tra i casi CONTRAMIANTO oltre 400 le patologie asbesto-correlate la gran parte tumorali, cancro del polmone e mesotelioma, una parte consistente di quei tumori riguardano Arsenalotti e Marinai che hanno lavorato in Arsenale a Taranto a bordo e in Officina. Numeri confermati dal Registro Nazionale Mesoteliomi il cui ultimo Report 2021 annota nel periodo 1993-2018 ben 2604 casi di mesotelioma riconducibili al Settore della difesa nazionale e Cantieri navali. Per le sole Forze Armate sono 982 i mesoteliomi le cui mansioni di maggior rilievo riguardano Motorista navale, Marinai di coperta, Fuochista navale, Elettricista di bordo, Macchinista di bordo, Meccanico manutentore e di bordo. La Puglia secondo i dati del Registro Mesotelioma COR Puglia, Centro Operativo Regionale, riporta 1034 casi di mesotelioma dei quali 115 nella Categoria Difesa Nazionale la punta di un iceberg che colloca la Puglia tra le regioni a maggiore evidenza di mesotelioma nel Settore Difesa Nazionale.


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