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In un anno si è persa una città come Bari Stati generali della natalità

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I dati drammatici dell’inverno demografico emergono, ancora una volta. In questi giorni sono in corso a Roma gli stati generali della natalità. Nel 2022 sono nati 393mila bambini, non si andava sotto quota quattrocentomila da molto tempo. Sono morte circa settecentomila persone. Insomma in un anno il saldo negativo è di circa 331mila abitanti: è come se l’Italia avesse perso la popolazione di una città come Bari.

Secondo il presidente emerito dell’Istat, Blangiardo, di questo passo si arriverà nel 2050 ad una popolazione con undici milioni di italiani in meno. A proposito di italiani, discussa (e discutibile) l’affermazione del ministro Lollobrigida che parla di necessità di tutelare l’etnia.

Fra gli interventi, da rilevare quello di Gigi De Palo secondo cui la nascita di un figlio è, dopo la perdita del posto di lavoro, la seconda causa di povertà. Nel 12 per cento dei casi, famiglie con figli minori sono in povertà assoluta e per un altro 25 per cento è povertà relativa. Non è agevolato il lavoro femminile:, alta la percentuale delle dimissioni per non riuscire a conciliare lavoro e maternità. L’età media della prima maternità, in Italia, è 32 anni: fra le più alte d’Europa. La chiave di tutto è questa, volendo elaborare serie (ma serie) politiche per l’incremento demografico nel nostro Paese. Un incremento necessario ed urgente: bisogna arrivare a mezzo milione di nascite ogni anno entro il 2030 per riuscire a mantenere il welfare.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un messaggio in apertura degli stati generali della natalità in corso fino ad oggi a Roma (auditorium della conciliazione) ha definito cruciale il tema della natalità. Oggi l’intervento del papa e quello della presidente del Consiglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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