Non solo Foggia con le evasioni. Anche altri penitenziari italiani, e fra essi pugliesi, e con conseguenze anche tragiche cone 13 detenuti morti fra Modena e Rieti, soprattutto.
In Puglia, disordini a Bari e protesta anche nel carcere di Taranto, all’inizio della settimana.
Tredici celle distrutte tra domenica e lunedì. Ora c’è “uno stato di calma apparente”: così la dottoressa Stefania Baldassari, direttrice dell’istituto penitenziario tarantino definisce la situazione attuale all’interno della casa circondariale. Montata tensostruttura triage nell’area interna.
A scatenare le reazioni dei detenuti le disposizioni del decreto del presidente del Consiglio risalente all’8 marzo scorso. Disposizioni mirate a contenere il dilagare del coronavirus, in particolare la sospensione dei colloqui visivi con i parenti.
“Nel nostro istituto penitenziario si è registrato un momento critico nella serata di domenica”. A parlare è la direttrice della casa circondariale di Taranto, Stefania Baldassari .
“Ancora reazioni importanti tra l’8 e il 9, che hanno portato alla distruzione di 13 celle, ora inutilizzabili. Dopodichè l’allarme è rientrato ma siamo vigili e attenti perché perfettamente consapevoli del fatto che si tratta di un momento delicatissimo”.
Tutto tornato alla normalità dunque?
“Questo è l’auspicio. Quello attuale è uno stato di calma apparente. I detenuti hanno avviato una forma pacifica di protesta consistente nel rifiuto del vitto”.
All’esterno del carcere invece?
“Ci sono poliziotti e carabinieri a presidiare la zona e a cercare di contenere eventuali proteste da parte dei familiari delle persone in stato di detenzione”.
L’emergenza Coronavirus ha modificato le procedure al momento dell’ingresso nell’istituto?
“Certamente. E’ stata montata una tensostruttura, nell’area interna; si tratta di un’area dedicata per il triage. Personale sanitario sottopone agli esami di rito i nuovi arrivati per verificare se ci sono soggetti già contagiati dal Coronavirus”.