Rigenerazione urbana, Comuni con situazioni di rischio per le abitazioni (232 su 258 in Puglia). Questo periodo è fatto di questo tipo di attenzioni. Ecco una vicenda specifica, rimasta lontana dai riflettori per lungo tempo. Fin quando al cronista non è fortuitamente capitato, in questi giorni, di saperne l’esistenza. Ecco di che si tratta. (Agostino Quero)
La perizia risale a dicembre 2014. È fatta di 85 pagine ed è l’accertamento tecnico preventivo commissionato dalla giudice Nigri. La quale era chiamata a valutare la controversia fra i vari titolari di locali in quell’isolato. Tema: chi è responsabile per i problemi strutturali di quell’immobile?
La perizia, dall’incaricato Martino Pastore, fa chiaro riferimento a “pericoli per l’incolumità pubblica” e, a pagina 79, indica l’opportunità se non la necessità o l’urgenza, di buttare giù tutto e ricostruire.
Perché quell’immobile è a rischio crolli: o crollo, complessivo. L’immobile, ovvero l’intero isolato.
Si trova a Martina Franca. Il lato più “conosciuto” dà su via Taranto, la strada più trafficata del paese. All’incrocio nevralgico dell’intero centro urbano. Quell’isolato inoltre è accanto alla scuola elementare Marconi, che se non è la più popolosa d’Italia poco ci manca. Mille bambini, poco meno o poco più.
Cosa è accaduto da quaranta mesi in qua, cioè dal periodo di quella perizia? La giudice dispose il procedimento ordinario per il contenzioso fra i titolari. Né all’amministrazione comunale di Martina Franca risulta mai pervenuta una simile valutazione tecnica che l’incaricato, facendo il suo dovere, consegnò a chi l’aveva commissionata.
Solo che ci sono i riferimenti alla incolumità pubblica. Cioè di tutti. Se siano stati effettuati interventi migliorativi decisivi, in questi (quasi) tre anni e mezzo, dovrà essere oggetto di valutazione. Non solo in sede giudiziaria ma anche della pubblica amministrazione locale, proprio perché i riferimenti all’incolumità pubblica lo impongono o avrebbero già dovuto imporlo. Da tempo. Né risulta smentita, in questo tempo, la perizia. Fatta anche con l’ausilio di tecnologie che fecero emergere le caratteristiche del sottosuolo, fatta anche su un tetto pericolosamente incurvato ai tempi delle rilevazioni, e molto altro a comporre quelle 85 pagine della valutazione.
Ora, passati quaranta mesi, una parola di chiarezza serve. Per la incolumità di chi vive e (anche a tutela delle attività) lavora lì, per la incolumità di tutti, per la sicurezza che non può passare in secondo piano.
Rettifica di seguito: