Due anni fa venne accettato un piano molto difficile da digerire. E venne digerito. A giugno scadrà ma stavolta la Cgil ionica, con il sindacato di categoria Slc, lo dice sei mesi prima: quel piano non si rinnova. Si tratta del piano di Teleperformance, il call center che dà lavoro a circa duemila persone e che prevede ottocento esuberi. In caso di mancata soluzione dei problemi, i lavoratori, a fine giugno, sarebbero a un bivio: ottocento a casa oppure ancora demansionamenti. Questo non sarà più possibile, attacca il sindacato che vuole una soluzione sistematica e la chiede, al di là dell’azienda, al sistema politico. Basta con el passerelle, si elabori una soluzione e se ne faccia anche una legge, per mettere i lavoratori al riparo.
Al riparo, anche, dalle novità legislative fatte da Jobs Act e legge di stabilità, che tutto sono (affermano i sindacalisti Andrea Lumino e Giuseppe Massafra, da sinistra nella foto) tranne rassicuranti per i lavoratori. Quelli di Teleperformance in particolare, nel caso specifico.
A ME DOPO DUE ANNI DI ATTIVITA’ OUTBOUND SVOLTA CON DEDIZIONE E SERIETA’ HANNO LICENZIATO SENZA PIETA’,LASCIANDOMI PER STRADA A 63 ANNI,TROPPO GIOVANE PER PRENDERE LA PENSIONE,SENZA AVER DIRITTO A WELFARE,NON VEDO PERCHE’ DOVREI ESSERE RATTRISTATO DA QUESTA NOTIZIA,TRA L’ALTRO PIANGONO SEMPRE MISERIA E POI SI VEDONO MANIFESTONI IN CUI INVITANO A LAVORARE CON LORO PROSPETTANDO ROSEI FUTURI. A PARTE CHE GLI OUTBOUNDS VENGONO COSTANTEMENTE MINACCIATI DI LICENZIAMENTO DAGLI STESSI CHE SI DICE RISCHIEREBBERO IL POSTO DI LAVORO.MA NON SOLO,LA TELEPERFORMANCE PERSEGUE ANCHE CAMPAGNE DI BENEFICENZA PER LE POPOLAZIONI AFRICANE E POI LASCIA UN SESSANTATREENNE PER STRADA SENZA UN PERCHE’.